“Il Bilancio di Reggio a un magistrato”: il candidato sindaco Chizzoniti promette

Chizzoniti Aurelio1di Anna Zaffino - Aveva giocato d'anticipo, annunciando già dall'ottobre scorso la propria candidatura. Aurelio Chizzoniti, attuale presidente della Commissione di Vigilanza del Consiglio regionale, sarà uno degli aspiranti allo scranno più alto di Palazzo San Giorgio. Avvocato e una lunga carriera politica, prima di sedere a Palazzo Campanella è stato già Consigliere e presidente del Consiglio Comunale di Reggio. "Reggio nel cuore" è il nome della sua lista. Una lista autonoma, che – come sottolinea in più passaggi– vuole andare oltre ogni colore politico. "Un uomo libero" si definisce, "fuori dagli apparati, dalle lobby e dagli schemi della politica". Rivendica con veemenza questo ruolo il consigliere regionale, mettendo l'accento su alcune vicende che lo hanno visto protagonista. Sia in Regione, sia al Comune. "Sono stato l'unico assessore d'Italia a subire il ritiro della delega per ben due volte. Una volta sotto una Giunta di centrodestra, quella di Nisticò e un'altra volta sotto una giunta di centrosinistra, quella di Romeo. Non mi sono fatto omologare – specifica con impeto Chizzoniti. Ribadisce di andare oltre le logiche dei partiti – nei quali, a volte, vorrebbe comandare anche "qualche analfabeta" – e lo fa ricordando (quando era consigliere comunale) di avere "votato contro il bilancio comunale di Reggio, perché saccheggiava le pubbliche risorse".

E partendo proprio da questi assunti, rivolge un appello a Confindustria che ha recentemente parlato della necessità di un "governo di salute pubblica" per il bene della città: "Gli industriali vogliono un uomo libero? Non c'è nessuno più libero di me". L'idea di Chizzoniti poi, sotto il profilo delle eventuali alleanze, è quella di aprire a chi "è per il bene disinteressato della città". E specifica che vorrebbe come vicesindaco Renato Meduri, "una vecchia quercia – lo definisce – un uomo competente che si metterà a disposizione della città in maniera disinteressata. La mia idea è questa, anche se ancora non ho parlato con lui". Poi un commento alla candidatura di Lucio Dattola tra le fila di Forza Italia: "Non vorrei essere nei suoi panni...".

Successivamente, il suo discorso tocca due degli argomenti più spinosi che riguardano la città. La Centrale a Carbone, per la cui realizzazione si dichiara "fortemente contrario, sarebbe in contrasto con un'idea di turismo". E accusa la Sei: "L'idea parte dalla Svizzera e arriva fino a Reggio Calabria" afferma Chizzoniti, definendosi – a chiare lettere – sospettoso verso "questi atti di generosità industriale", qualificandoli altresì "una truffa, un inganno". Sulla vicenda chiama in causa l'imperialismo economico che "ha agito in modo che ciò che non vuole nessuno (la centrale a Carbone, ndr), lo danno ai poveri sudditi".
Poi la querelle sui Bronzi all'Expo, nell'ambito della quale ha denunciato Vittorio Sgarbi e il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, perché – ribadisce ancora con forza –  sono "fortemente contrario", ammettendo che "la politica calabrese è stata incapace di gestire un patrimonio culturale che tutti ci invidiano. Non c'è solo il Museo, ma anche l'area di Stilo, Gerace, quella grecanica, Scilla, S. Elia, ma classe politica è stata colpita da afasia".

Sotto il profilo del programma da realizzare, se vincerà le elezioni comunali, Chizzoniti annuncia sin da subito – anche sulla scorta di quanto successo negli ultimi anni alle casse disastrate del Comune negli anni del "Modello Reggio" –la sua intenzione di "affidare il bilancio comunale a un magistrato della Corte dei Conti". Poi promuovere "legalità e meritocrazia" delle quali "la città è assetata". Ma per riscattare Reggio da "un atavico isolamento ed emarginazione", il presidente della Commissione di Vigilanza, punta anche su quelle che sono le tante cose lasciate a metà – o anche mai realizzate – in città. In primis il porto di Gioia Tauro, sul quale "Renzi (a Reggio lo scorso 14 agosto, ndr) – specifica Chizzoniti – ha glissato" e che "è servito più alla mafia (per i suoi "traffici", ndr) che alla politica". Un porto che, come anche quello di Reggio, di Saline, di Villa San Giovanni, nell'ottica del consigliere regionale, può essere una risorsa per il turismo della città e della provincia. Un turismo mai decollato, "ero bambino – sottolinea l'aspirante Primo cittadino – quando se ne parlava". Un patrimonio mai sfruttato: "Dovremmo essere la California e dire grazie al Padre eterno". Così come non è sufficientemente stato sfruttato quello che viene denominato "l'oro verde della Calabria", il bergamotto. "Siamo ancora all'abc – tuona Chizzoniti".

Per far ripartire Reggio, il candidato Sindaco promette di affrontare la questione lavoro con i "casi" Sogas, Multiservizi, Gdm, Villa Betania, come anche quella ambientale dei "trentasei scarichi fognari che ci sono da Bocale a Catona". Poi risolvere la questione della scarsa manutenzione strade, puntare sullo sviluppo delle periferie e sulla riqualificazione di alcune zone della città, tra cui Piazza Garibaldi, "ostaggio di prostitute e delinquenti". In ultimo, l'avvocato cita le vicende – da risolvere – delle opere incompiute, e il canile di Mortara, il Palazzo di Giustizia, la vicenda dell'hotel "Miramare", e annuncia che la sua amministrazione non diserterà le aule di giustizia nei processi contro la criminalità organizzata: "Io sto con le Forze dell'Ordine e con la Magistratura"

Chizzoniti poi sposta il suo ragionamento sui diritti civili. Questione immigrati. La sua posizione è chiara: "Sono una risorsa culturale e lavorativa, se però trovano lavori sui marciapiedi o diventano delinquenti, sono un problema. Non dimentichiamoci però – prosegue – che anche noi italiani abbiamo esportato criminalità all'estero". Unioni civili: Sì all'istituzione del registro, (iniziativa già proposta da Massimo Canale e sostenuta dallo stesso Chizzoniti) e se "il Tribunale di Roma affida a una coppia lesbica un bambino" bisogna affrontare la questione. L'avvocato è favorevole anche all'istituzione del Garante dei diritti dei detenuti.

Ma quello che, da ultimo, tiene a sottolineare è che il suo obiettivo è intercettare il consenso delle "persone libere che vogliono riscattarsi", oltre a costruire un'amministrazione che sia utile, soprattutto, alle future generazioni.