Dattola - Falcomatà - Chizzoniti: al via il primo round per le elezioni comunali

Chizzoniti Falcomata Dattola 11092014di Anna Zaffino - Chi si aspettava scintille è rimasto deluso. Le premesse c'erano tutte dopo le "prime uscite" del presidente della Camera di Commercio Lucio Dattola, candidato del centrodestra, resosi protagonista, proprio in queste ore, di un attacco frontale contro l'avversario Giuseppe Falcomatà. Solo qualche precisazione e "frecciatina" tra i due candidati a sindaco, durante l'incontro pubblico organizzato a Piazza Camagna. "Non amo le alzate di tono – afferma il candidato in quota Forza Italia – ho solo risposto a degli attacchi. Questa campagna elettorale deve riguardare il bene comune e non questioni personali". Pronta la replica Falcomatà: "Lo sviluppo di Reggio non può essere frenato da liturgie di partito o da scontri. Per fare questo serve maturità e la maturità non è una questione anagrafica ma è data dall'idea di città che vogliamo disegnare per il futuro".

Toni tutto sommato pacati tra i candidati, che si sono accesi, invece, grazie ad alcune stoccate sferrate dall'organizzatore della serata, Francesco Nucara (Partito repubblicano), alla sanità reggina , al Procuratore capo Cafiero De Raho e a Giuseppe  Scopelliti. Un confronto, quello di questa sera, che ha visto la partecipazione anche di un altro candidato per la corsa a Palazzo San Giorgio, il presidente della Commissione di vigilanza del Consiglio regionale Aurelio Chizzoniti con la sua lista "Reggio nel cuore" (che non ha risparmiato battutine a Confindustria e Sogas), e che servirà – almeno così dice in apertura Nucara – per "scegliere da che parte stare". Reggio, infatti, il 26 ottobre andrà al voto per il rinnovo del Consiglio Comunale dopo - tuona Nucara - "la disgrazia del commissariamento e dopo le maschere rotte del Modello Reggio". Quel Modello Reggio targato Scopelliti e messo sotto accusa anche da Falcomatà: "Bisogna passare dal 'modello' a nuovi metodi. Reggio non è una città normale – sottolinea – bisogna guardare al futuro e alle risorse per circa 80 milioni che verranno dalla costituzione della Città Metropolitana". Più pacato – ovviamente – Dattola che si trincera in un "non so cosa sia il Modello Reggio, lo conosco solo da quanto ho appreso dalla stampa. Non ero nell'amministrazione di quegli anni – continua – e non ho avuto né incarichi né consulenze. Reggio, come molte altre città, – minimizza ancora il presidente della Camera di Commercio – ha avuto alti e bassi. A un certo punto sembrava una città della California". Il candidato in quota Forza Italia, e appoggiato anche la Nuovo centrodestra, precisa il motivo della sua discesa in campo: "Non ho tessere di partito e mi candido solo perché spinto da uno spirito di servizio. Me lo hanno proposto Jole Santelli e Pino Galati – racconta Dattola – e non firmerò cambiali né compromessi con nessuno". Il candidato del centrodestra si dichiara "indipendente" da qualsiasi condizionamento, specificando che anche nella veste di presidente della Camera di commercio non è sceso mai a patti. Si autocelebra Dattola, mettendo in risalto quelli che a suo dire sembrano essere stati i risultati brillanti dell'Ente: "La Camera di Commercio è solida". Ma è Nucara ad incalzarlo: "Qui non siamo la Camera di Commercio", replica. Ed è poi Chizzoniti che si riallaccia al repubblicano ammettendo che per uscire dal pantano in cui Reggio si è arenata c'è bisogno "di un sindaco di grande intensità e di uomini adatti per una grande sfida. No alle improvvisazioni". Il consigliere regionale, successivamente, annuncia proprio a Nucara quella che chiama una "proposta indecente": gli offre pubblicamente un posto nel comitato per l'organizzazione della Città metropolitana.

Ed è proprio l'Area Metropolitana dello Stretto uno dei temi centrali del confronto di questa sera, assieme al nodo -altrettanto critico- della realizzazione della Centrale a Carbone di Saline. Sulla prima questione Dattola avverte di "non dare nulla per scontato" a causa della grande confusione che impera tra i Ministeri romani. Gli altri due candidati per lo scranno più alto di Palazzo San Giorgio sembrano essere, invece, sulla stessa lunghezza d'onda. E' necessario andare avanti con lo sviluppo del progetto perché "siamo calabro- siculi " afferma Chizzoniti. "Reggio e Messina sono unite nella storia e nella cultura" rincara la dose Falcomatà che propone anche di far diventare l'Area patrimonio dell'Unesco.
Centrale a carbone. "Questioni paesaggistiche, ambientali e di salute", così Falcomatà motiva il suo netto dissenso alla realizzazione della centrale. "Che fine farà per esempio il vino di Palizzi?" si chiede il democratico. Secco no che proviene anche da Chizzoniti che con la sua solita veemenza afferma: "Non s'ha da fare. La spacciano per un regalo ma è frutto di una strategia coloniale, il ruolo di suddito non mi appartiene". Gli fanno eco Dattola: "La centrale andrebbe a distruggere l'economia in un territorio che rappresenta il cuore della produzione di bergamotto" e Nucara: "La si vuole realizzare qui dove la politica è più debole".

Invece, delle opportunità di sviluppo possono provenire dal Porto di Gioia Tauro ("non ancora abbastanza sfruttato" per Dattola e "sfruttato solo dalla 'ndrangheta" secondo Chizzoniti) e dal rilancio dell'Aeroporto dello Stretto. Per il presidente della camera di commercio è necessario aprire ai privati "con una partecipazione di almeno il 35%, attraverso un bando blindato" per impedire infiltrazioni da parte della criminalità organizzata. Contro questa ipotesi si scagliano Chizzoniti Nucara e Falcomatà secondo i quali bisogna innanzitutto creare le condizioni perché l'aeroporto sia attrattivo per i privati. "Solo un folle può venire a investire in una società che produce solo debiti" rimarca il consigliere regionale che poi affonda sulla Sogas: "Nel 2012 si parlava dell'ottenimento della concessione ventennale della gestione dell'aeroporto. Ancora stiamo aspettando. Perché la patologia dell'annuncite non è solo di Matteo Renzi. Poi mi è stato detto che sono un diffamatore. Siamo a livello di urgente bisogno di ristoro neurologico". Ma è forte e precisa anche la stoccata a Confindustra: "Hanno detto che al Comune serve una persona coraggiosa. E io che sono affetto da coniglite?

Ma, nelle circa tre ore di dibattito, c'è ancora spazio per gli ulteriori spunti programmatici che i tre candidati intendono mettere in campo per risollevare le sorti della città.
"Fare politica non è semplice" sottolinea Dattola che si sofferma sulla necessità di fare "fatti" non "parole" annunciando che da gennaio potranno partire i "progetti già pronti" del Pon Metro. "Ciò è stato reso possibile – prosegue – grazie a molti dirigenti comunali che testimoniano come nonostante il commissariamento in atto c'è gente che ha lavorato". Non è di questo avviso Nucara che accusa il prefetto Chiusolo di "essersene fregato della città". Su quello che sarà il futuro di Reggio, Chizzoniti ribadisce anche questa sera la sua intenzione di affidare il bilancio comunale "a magistrato" e i servizi sociali "a qualche uomo della Chiesa", rinnovando l'offerta di una poltrona da vicesindaco al missino Renato Meduri. Per Falcomatà – che anche oggi punta tutto sulla "partecipazione popolare" alla gestione della Cosa Pubblica – bisogna "ripartire dalle periferie per costruire le basi della futura Città metropolitana. Il mio sarà un 'governo civico' – afferma ancora il candidato del partito democratico – la nostra idea di città si è creata attraverso l'incontro con i cittadini. Guarderemo al futuro puntando su regole e programmazione".

Ad infiammare i toni abbastanza pacati di questa sera ci pensa, proprio nel finale, Nucara. Scintille. Ma non tra i candidati.

Prima una stoccata a Scopelliti: "Gli auguro di arrivare alla mia età in buona salute", e rincara la dose: "Se non ci fossi stato io in Parlamento non ci sarebbe mai stata la città metropolitana, è merito anche mio". Poi ad accendere la miccia una battuta sulla sanità: "In Calabria si muore più per malasanità che per criminalità. Gli unici reparti che funzionano sono ematologia e nefrologia" dichiara il repubblicano E da qui il putiferio. Insorgono tra il pubblico alcuni cittadini, medici, che accusano: "E' colpa dei primari che sono stati nominati dalla politica". Successivamente Nucara, difeso a spada tratta da Chizzoniti ("Ci sono spazi opachi ovunque, anche nella sanità. Il 118 qui non funziona"), tenta di smorzare i toni: "E' tutto il sistema calabrese che non funziona, non è messa sotto accusa alcuna professionalità". Ma a difendere la categoria ci pensa Dattola (che è anche medico): "Non accetto generalizzazioni, non si può criminalizzare un'intera classe medica".

C'è spazio ancora per l'ultima frecciatina di Nucara. Il suo bersaglio, questa volta, è il procuratore capo Federico Cafiero de Raho che nei giorni scorsi aveva annunciato la propria intenzione di vigilare attentamente sulle elezioni comunali di Reggio:"Sulle liste – afferma Nucara – vigileranno i partiti non la Procura".