A giudizio l’ex presidente del Tribunale di Reggio Calabria, Franco Pontorieri

toghe newdi Claudio Cordova - Fulgida la sua carriera in magistratura. E rilevante, assai rilevante, il suo ruolo nelle dinamiche cittadine. Ora, però, per l'ex presidente del Tribunale di Reggio Calabria, Franco Pontorieri, la macchia: il Gup Margherita Amodeo lo ha rinviato a giudizio per il reato di falsa testimonianza, fissando l'inizio del processo dibattimentale nel febbraio 2016. La vicenda è quella relativa alle grandi manovre che la famiglia Zappalà avrebbe messo in atto per tirar fuori dal carcere l'ex consigliere regionale Santi Zappalà, coinvolto e condannato nel processo "Reale" con l'accusa di corruzione elettorale aggravata dalle modalità mafiose e attualmente indagato per voto di scambio politico-mafioso, avendo ricevuto appena alcune settimane fa l'avviso di conclusione delle indagini preliminari, prodromico alla richiesta di rinvio a giudizio da parte della Dda.

Zappalà verrà arrestato a causa delle visite nella casa di Bovalino del boss Peppe Pelle, allorquando verrà pizzicato a chiedere il sostegno elettorale della celebre famiglia "Gambazza". Le "grandi manovre" per far scarcerare l'ex sindaco di Bagnara Calabra si sarebbero avvalse del contributo del cancelliere Agatino Guglielmo, cugino di Zappalà e soggetto assai noto a Reggio Calabria, perché responsabile delle pratiche relative agli aspiranti avvocati. Guglielmo è stato condannato in primo grado a due anni e sei mesi per rivelazione di segreto d'ufficio e favoreggiamento. Dopo l'arresto di Santi Zappalà, avvenuto alla fine del 2010, i parenti del politico del Popolo della Libertà, nei colloqui captati dalle cimici del Ros dei Carabinieri, si chiederanno se stiano funzionando i contatti tra il cugino "Antonello" (che dovrebbe dare loro notizie di prima mano) e il "Presidente" (indicato dai conversanti gonfiando il petto e inarcando le braccia, alludendo alla sua stazza). Personaggio rimasto oscuro per diverso tempo, tale "Presidente" verrà poi identificato nel magistrato in pensione Franco Pontorieri.

I guai per l'ex presidente del Tribunale inizieranno con le indagini del Ros e proseguiranno con l'imbarazzante deposizione resa nel novembre 2013 proprio nel procedimento a carico di Guglielmo: ora, a quasi due anni da quell'udienza, arriva il rinvio a giudizio. Un caso che scaturisce dal confronto avuto in aula con il pm Giovanni Musarò, che sosterrà con successo l'accusa nei confronti di Guglielmo e che chiederà la trasmissione degli atti nei confronti di Pontorieri, ravvisando gli estremi della falsa testimonianza: poi l'indagine nelle mani del sostituto procuratore Salvatore Faro e il rinvio a giudizio disposto dal Gup Amodeo.

Una carriera importante, quella di Pontorieri, che dopo gli anni da presidente del Tribunale di Reggio Calabria (dal 1986 al 1995) troverà ulteriore lustro presso la Suprema Corte di Cassazione.

Una carriera che adesso però viene ricoperta da nubi piuttosto grandi.

Secondo l'impostazione accusatoria, infatti, Pontorieri si sarebbe interessato per alleviare la misura cautelare nei confronti di Zappalà. Un interessamento che sarebbe avvenuto grazie alla conoscenza, anzi, amicizia, di lunga data con il cancelliere Agatino Guglielmo. La deposizione di Pontorieri, che sui termini generali filerà inizialmente liscia, inizierà a scricchiolare assai quando il pm Musarò contesterà al magistrato i tabulati raccolti in sede di indagine e, poi, attraverso un'attività integrativa svolta dal Maggiore Leandro Piccoli e dagli uomini del Ros dei Carabinieri di Reggio Calabria. Dal 28 maggio 2010 al 21 dicembre 2010 (data dell'arresto di Zappalà) i contatti certificati tra Guglielmo e Pontorieri saranno 26. Molti di più, oltre 40, sarebbero stati invece i contatti tra Guglielmo e Pontorieri nei mesi successivi all'arresto di Santi Zappalà. Il tutto per un totale di 69.

Una vicenda in cui emergerà anche la figura dell'allora Gip Roberto Carrelli Palombi, approdato in Cassazione dopo un breve periodo in riva allo Stretto. Nella sua relazione, Carrelli Palombi racconterà di essere stato avvicinato proprio da Pontorieri che gli avrebbe sottoposto la "questione" riguardante Zappalà.

Ma questo accadrebbe solo dopo.

In mezzo, infatti, vi sarebbero stati diversi contatti telefonici nel periodo della complicata fase cautelare vissuta nel carcere di Nuoro da Zappalà. Molto più dei due o tre contatti riferiti in aula da Pontorieri, che parlerà di generiche conversazioni circa il procedimento disciplinare a carico di un non meglio identificato magistrato.

Contatti costanti, quelli tra Pontorieri e Carrelli Palombi, che i Carabinieri datano dal 19 gennaio al 2 febbraio, giorno in cui la difesa di Zappalà avanzerà l'istanza di scarcerazione dopo le dimissioni da consigliere regionale. Carrelli Palombi, peraltro, racconta anche di essere stato avvicinato proprio da Pontorieri che gli avrebbe sottoposto la "questione" riguardante Zappalà: è il 15 marzo 2011, quando, cioè, le manovre della famiglia Zappalà finiscono su tutti i giornali, che Carrelli Palombi scrive una lettera riservata al presidente del Tribunale, Luciano Gerardis. Una missiva in cui Carrelli Palombi sosterrà di non aver mai ricevuto pressioni di alcun genere, avendo sempre potuto decidere nella massima serenità: "In relazione alla posizione dell'indagato Santi Zappalà – è scritto nella missiva – il collega in congedo presidente Franco Pontorieri, incontrato fugacemente nel mese di gennaio, ebbe incidentalmente a commentare l'ordinanza da me emessa, riferendosi al fatto che il Tribunale del Riesame aveva annullato il provvedimento con riferimento al reato di concorso esterno in associazione mafiosa, nell'occasione ricordo di avere manifestato al collega le mie perplessità, sotto l'aspetto giuridico, circa la decisione adottata dal Tribunale del Riesame".

Carrelli Palombi narra di un incontro fugace: potrebbe trattarsi di quello - riferito pure da Pontorieri - presso l'Hotel Excelsior di Reggio Calabria.

Ma nella missiva, Carrelli Palombi non farà alcun riferimento ai contatti avuti telefonicamente con Pontorieri. Contatti che il Ros documenta il 19, 20, 24, 25 e 26 gennaio e, infine, il 2 febbraio 2011. Grossomodo lo stesso periodo in cui Pontorieri avrà contatti con Guglielmo. Contatti, che, in diversi giorni, sarebbero stati "tra loro legati e svolti in stretta successione temporale" come scrivono i Carabinieri. Accade il 19 gennaio, ma accade anche il 24 gennaio, quando Pontorieri ha contatti sia con Guglielmo, sia con Carrelli Palombi. Stesso discorso per il 25 gennaio, quando il primo contatto tra Pontorieri e Carrelli Palombi è censito alle 8.27 e nel pomeriggio, dopo aver contattato il Gip alle 17.39, chiama Guglielmo alle 17.42. Nello stesso giorno, peraltro, Guglielmo e Pontorieri si sarebbero anche incontrati a Gallico, nel pomeriggio, quando i telefoni dei due aggancerebbero le medesime celle. Un incontro di cui si avrebbe traccia anche nel colloquio del giorno successivo presso il carcere di Nuoro: "Ma si sono visti con..." dice Santi Zappalà, "ieri sera siamo stati là" afferma la moglie Francesca Parisi.

Telefonate che, nella maggior parte dei casi, seguono o precedono i contatti tra Pontorieri e Guglielmo che, nell'impostazione accusatoria, sarebbe stato l'avamposto della famiglia Zappalà per ottenere la scarcerazione. I contatti – tanto quelli con Guglielmo, quanto quelli con Carrelli Palombi - si incastrano spesso e volentieri nei giorni antecedenti alle date più importanti della vicenda Zappalà: quelle delle dimissioni da consigliere regionale, della richiesta di scarcerazione e del rigetto della stessa.

Pontorieri minimizzerà in aula, ma, secondo la magistratura, renderà una versione falsa dei fatti.

Una vicenda ingarbugliata, in cui secondo il pm Musarò si sarebbero intrecciati alcuni sistemi di potere. Musarò ricorderà come Guglielmo fosse in grado di avere informazioni riservate di prima mano, ma ricorderà le levate di scudo dei colleghi cancellieri nei periodi più difficili per l'imputato. E' per questo che il pm, nella propria requisitoria, parlerà di "un periodo in cui le cose sono cambiate" a Reggio Calabria.

Un tipico intreccio reggino. Dal febbraio 2016, Franco Pontorieri dovrà tentare di chiarirlo.