Istituto San Vincenzo di Reggio Calabria: nessuna notizia dall’ente gestore, ma la politica si fa carico della questione

assembleasanvincenzodi Simone Carullo - "Difesa del diritto allo studio e tutela della dignità lavorativa", sono queste le parole d'ordine della "disperata" battaglia per la salvezza dell'Istituto San Vincenzo de Paoli, che continua senza tregua seppur nel silenzio delle Istituzioni e - soprattutto - nella totale sordità dell'ente gestore: le Suore della Carità di Santa Giovanna Antida.

Ciò nonostante, almeno dal punto di vista dell'interlocuzione politica, arriva una piccola svolta in quanto presenti all'assemblea pubblica presso l'aula consiliare di Palazzo San Giorgio vi erano – tra gli altri – l'assessore al Bilancio Neri, il consigliere provinciale Zavettieri, i consiglieri comunali Marino (capogruppo FI), Matalone e Ripepi, tutti concordi sulla necessità di scongiurare la chiusura dell'Istituto. In particolare, Zavettieri ha proposto un "consiglio provinciale aperto e congiunto col consiglio comunale, per dare un segnale forte in tal senso, ma soprattutto che abbia come base fondante una proposta concreta e realistica che possa prospettare davvero la salvezza del San Vincenzo".

Insomma, la politica locale si fa carico – il tempo ci dirà se solo a parole – di un problema che riguarda tutta la cittadinanza e non solo uno sparuto gruppo di professori coraggiosi. Infatti, se la scuola dovesse chiudere, non sarebbe un cruccio solo per gli alunni, le famiglie ed i dipendenti che adesso si battono per la sua salvezza - o magari anche per quegli ex alunni che passando guarderebbero con nostalgia le mura adesso mute dentro le quali sono diventati donne e uomini condividendo con professori e compagni gioie e dolori -; sarebbe invece una grave perdita per l'intera città. Lo ha spiegato bene la dirigente scolastica Daniela Andreoni, la quale ha evidenziato l'importanza dell'Istituto San Vincenzo nell'ambito cittadino sia per la sua peculiarità di "scuola cattolica" - tanto più attuale in un periodo di grave crisi di valori etici -; sia per la capacità di proporre un'alternativa valida sul fronte dell'offerta formativa; sia – infine – perché è l'unico Istituto in città che offre l'intero ciclo d'istruzione: dalla scuola dell'infanzia al liceo. Non meno rilevante è il tema della "libera scelta", tanto di coloro che in caso di chiusura dovranno convergere verso scuole che non hanno scelto, tanto per coloro i quali avrebbero potuto scegliere il San Vincenzo e non lo possono più fare. L'argomento è sottile ma non va sottovalutato: perché una città in cui non esiste alternativa, che non ha a cuore l'istruzione e con essa l'educazione, una città dove si permette che realtà come il San Vincenzo scompaiano, è una città languente destinata a morire.

I fatti in sintesi: usando a pretesto il passivo di bilancio registrato negli ultimi anni, in data 4 giugno 2015, l'Ente Gestore (le Suore della Carità di Santa Giovanna Antida) ha comunicato ai lavoratori la chiusura degli ordini medie inferiori e superiori entro agosto 2016. In seguito a tale comunicazione i lavoratori dell'Istituto hanno fatto la propria parte costituendosi in Cooperativa e avviando una battaglia tenace per ottenere i dovuti chiarimenti. In particolare le sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil, oggi rappresentate da Elisabetta Gambello (Cgil), hanno chiesto di poter prendere visione dei bilanci "incriminati". A tale richiesta non ha fatto seguito alcuna risposta evidenziando, da parte dell'Ente Gestore, una condotta profondamente ambigua, quando non illecita. L'ambiguità e l'inconsistenza contro cui cozza l'azione del Comitato pro San Vincenzo desta rabbia e sospetto soprattutto fra i genitori. Saverio Pazzano – portavoce dei docenti – ha addirittura insinuato l'ipotesi di una "crisi pilotata". Comunque la si veda, si tratta di un caso di mala gestione, se non proprio di una gestione scellerata; non si spiegherebbe altrimenti come possa essere in passivo un bilancio che vanta circa 500.000 euro di entrate dovute alle rette scolastiche e oltre 150.000 euro di finanziamenti pubblici...

Inoltre, sebbene "Le Suore della Carità di Santa Giovanna Antida" - la cui sede principale è a Roma - affermino che non vi siano licenziamenti in vista, nel contempo comunicano privatamente ai docenti la riduzione degli orari di lavoro, di fatto svuotando dal didentro il "giocattolo". Si profila l'architettura di una lenta agonia tanto più dolorosa quanto più precarizza la condizione di docenti e studenti, gli uni nell'incertezza di un domani lavorativo, gli altri nell'incertezza della possibilità di continuare gli studi presso la scuola che hanno "scelto".

"Noi non stiamo perdendo il lavoro – ha affermato Pazzano a conclusione del suo intervento - ma lo stiamo guadagnando, nel senso che gli stiamo restituendo il valore della dignità perché non siamo disposti a lavorare a qualunque condizione".