9 anni anche in appello all'ex assessore del Comune di Condofuri (RC)

reggiocalabria corte appelloLa Corte d'Appello di Reggio Calabria ha confermato la condanna nei confronti dell'ex assessore del Comune di Condofuri, Filippo Rodà, punito con 9 anni di reclusione. In generale, la Corte non si è discostata particolarmente dalla sentenza di primo grado emessa in primo grado. Un procedimento scaturito da un'indagine che porterà allo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. L'assoluzione che fa più rumore è quella di Giuseppe Poerio (difeso dall'avvocato Massimo Canale), che in primo grado aveva rimediato ben 10 anni e 6 mesi. Per le altre posizioni di rilievo (Concetto Manti e Pietro Miceli) la Corte ha confermato la condanna a 9 anni emessa in primo grado. I giudici di Piazza Castello, però, hanno dovuto rilevare l'intervenuta prescrizione per molti reati. Confermate anche alcune assoluzioni, tra cui quella di Leone Caridi (difeso dall'avvocato Marco Tullio Martino), per cui la Procura Generale aveva chiesto 10 anni di reclusione.

L'indagine dei sostituti procuratori della Dda, Antonio De Bernardo e Federico Perrone Capano, mise nel mirino la cosca Rodà-Casile, che avrebbe condizionato, illecitamente, le attività del Comune di Condofuri. Un'attività investigativa, svolta in parallelo dal Commissariato Condofuri e dai Carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo: per questo l'indagine, oltre al nome "Konta Korion" (antica denominazione di Condofuri), è nota anche come "Parola d'onore". Nel blitz finì in manette anche l'assessore Filippo Rodà, che sarebbe stato il referente politico della cosca. L'organizzazione mafiosa individuata dagli inquirenti avrebbe mantenuto solidi rapporti anche con le altre cosche della zona ionica reggina, in particolare quelle facenti capo alle 'ndrine Morabito-Bruzzaniti-Palamara di Africo, Maesano-Pangallo-Zavettieri di Roghudi-Roccaforte del Greco, Paviglianiti di San Lorenzo, Vadalà e Talia di Bova Marina.

Oltre agli interessi negli appalti e, in generale, nelle attività del Comune di Condofuri, emerse anche l'attività di taglieggiamento nei confronti dei commercianti del paese, nonché l'infiltrazione all'interno delle ditte, soprattutto con riferimento al settore del movimento terra. Ma l'inchiesta ha offerto anche uno spaccato assai significativo delle gerarchie di 'ndrangheta, con la suddivisione in "società maggiore" e "società minore" e di quella che è la mentalità degli affiliati. Assai emblematica è una frase intercettata, in cui uno dei vertici che, spiegando il suo rifiuto al "battesimo" di un giovane picciotto che era stato nel Corpo delle Capitanerie di porto, dice ad un altro affiliato: "Già ha sbagliato per quello che ha fatto. Uno che va nella capitaneria e firma per due anni, quando si congeda automaticamente lo devono graduare, diventa sergente o caporale. I gradi solo nella 'ndrangheta ci sono".

Questo il dettaglio della decisione dei giudici della Corte d'Appello di Reggio Calabria:

Gianfranco Aquino non doversi procedere per prescrizione ( 1 anno in primo grado)

Bruno Bertone assolto ( 1 anno in primo grado)

Roberto Caratozzolo non doversi procedere per prescrizione ( 1 anno in primo grado)

Domenico Caridi 1 anno 6 mesi e 400 euro (3 anni e 4 mesi in primo grado)

Pietro D'Agui assolto (1 anno in primo grado)

Pierino Fazzari non doversi procedere per prescrizione (1 anno e 6 mesi in primo grado)

Antonio Grasso confermata condanna (1 anno in primo grado)

Filippo Guglielmini 2 anni e 6 mesi ( 3 anni e 6 mesi in primo grado)

Caterina Iriti 2 anni e 2 mesi (3 anni e 6 mesi in primo grado)

Massimo Antonio Nucera 2 anni e 2 mesi (3 anni e 6 mesi in primo grado)

Antonio Rocco Ieropoli non doversi procedere per prescrizione (1 anno in primo grado)

Francesco Marzano non doversi procedere per prescrizione (1 anno in primo grado)

Giuseppe Scattareggia non doversi procedere per prescrizione (1 anno in primo grado)

Francesco Timpano non doversi procedere per prescrizione (1 anno e 6 mesi in primo grado)

Concetto Manti confermata condanna (9 anni in primo grado)

Pietro Miceli confermata condanna (9 anni in primo grado)

Filippo Rodà confermata condanna (9 anni in primo grado)

Tommaso Miceli (cl. 49) assolto (2 anni in primo grado)

Tommaso Miceli (cl. 61) non doversi procedere per prescrizione (3 anni e 6 mesi in primo grado)

Giuseppe Poerio assolto (10 anni e 6 mesi in primo grado)

Ernesto Pontari 9 anni (10 anni in primo grado)

Domenico Stelitano assolto (1 anno in primo grado)

Leone Violi non doversi procedere per prescrizione (1 anno in primo grado)

Leone Caridi assoluzione confermata

Francesco Gurnari assoluzione confermata

Carmelo Modaffari, cl. 76, assoluzione confermata

Pasquale Modaffari assoluzione confermata

Giuseppe Nucera assoluzione confermata

Tommaso Ollio assoluzione confermata

Leonardo Occhibelli assoluzione confermata

Pietro Praticò assoluzione confermata