"Ultima Spiaggia": indagati ex vicesindaco di San Lorenzo (RC) ed ex comandante Capitaneria di Porto di Reggio Calabria

capitaneria portoSecondo l'accusa avrebbero fornito "uno stabile contributo alla vita dell'associazione mafiosa", "ponendosi quali pubblici amministratori di riferimento per il sodalizio criminale a San Lorenzo e Bagaladi, promuovendo anche in tale veste gli interessi della cosca e favorendo, anche nell'adozione di specifici provvedimenti, personaggi intranei o vicini al sodalizio, comunque garantendo, in caso di necessità, il loro appoggio all'organizzazione". L'ex vice sindaco di San Lorenzo, Carmelo Upennini, è indagato in stato di libertà per concorso esterno in associazione mafiosa nell'ambito dell'inchiesta "Ultima spiaggia". Nel corso dell'operazione, i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno invece arrestato Rocco Giovanni Maesano, responsabile dell'area economica finanziaria dei Comuni di San Lorenzo e Bagaladi, e Marco Antonio Sergi, responsabile dell'Ufficio tecnico del Comune di San Lorenzo, e Carmelo Borrello, istruttore direttivo tecnico dello stesso Comune.

Per Upennini, però, il gip ha rigettato la richiesta d'arresto ritenendo "il materiale indiziario proveniente dalle dichiarazioni di Riggio troppo risalente per farne fornire un quadro dimostrativo ancora attuale e coerente con le odierne risultanze. Quanto all'interessamento di Upennini con il Sergi per le sorti del Lido La Cubana, si tratta di attività, sia pure capziosamente mistificata, che non consente di inferire da quell'unico intervento palesato o captato di mettere in correlazione le 'svariatè attenzioni del responsabile dell'Ufficio tecnico comunale con le direttive dell'Upennini, che può avere agito nell'ombra ma della cui azione non vi è altra traccia".

Ma tra gli indagati vi è anche l'ex comandante della Capitaneria di porto di Reggio Calabria, Vincenzo De Luca. Il gip ha rigettato nei confronti di De Luca la richiesta d'arresto, mentre ha accolto quella ai domiciliari per un sottufficiale, Basilio Tedesco, in servizio all'epoca dei fatti - il 2010 - nella stessa Capitaneria. De Luca e Tedesco sono accusati dalla Dda di corruzione aggravata dall'avere favorito un sodalizio mafioso per avere omesso "di rilevare tutte le difformità di quanto realizzato rispetto a quanto assentito e tutte le conseguenti violazioni di legge" nella realizzazione del lido "La Cubana", di proprietà di Luca Bruno Cannizzaro, indicato come uno dei vertici del sodalizio, ma riconducibile realmente al cognato Settimo Paviglianiti, definito dagli inquirenti uno dei boss. Agli atti dell'inchiesta c'è l'intercettazione ambientale di un colloquio nel corso del quale Cannizzaro, parlando dei controlli della Capitaneria al cantiere del costruendo lido, afferma: «ah.. mi è costato millecinquecento euro stamattina! me li ha anticipati un amico... è andato là ha dato cinquecento a De Luca... cinquecento a Tedesco.. e cinquecento glieli devo mandare ora". Per De Luca il gip distrettuale ha rigettato la richiesta d'arresto in quanto "risulta mero firmatario dell'annotazione di p.g. inviata il 16 giugno 2010, quale esito della delega disposta in diverso procedimento penale, a seguito di un sostanziale anonimo, degli esiti del sopralluogo della Guardia costiera del 3 giugno 2010, a cui egli non risulta avere partecipato, sicchè mai avrebbe potuto agire d'urgenza e di iniziativa non essendo neppure presente sul posto". "Viceversa - scrive il gip - in assenza di positivi o apprezzabili elementi in base ai quali poter sostenere il carattere millantatorio dell'intercettazione, è vero che il maresciallo Tedesco Basilio, ufficiale territorialmente competente in quanto addetto alla Delegazione di Spiaggia di Melito Porto Salvo, sia l'unico ad essere stato sempre presente nei sopralluoghi eseguiti, sicchè certamente in grado di constatare l'evoluzione delle opere e della struttura in aperta difformità al progetto assentito. Nei confronti del m.llo Basilio Tedesco non residuano dubbi di sorta sulla sua partecipazione all'ipotesi corruttiva mentre per i predetti profili di assenza dai sopralluoghi effettuati e di mancata possibilità di agire diversamente d'iniziativa va rigettata la richiesta nei confronti del De Luca, che resta indagato a piede libero, fatti salvi diversi e successivi approfondimenti".