Reggio, iniziativa al Consiglio Regionale per la giornata contro la violenza sulle donne

Nel 2013 ogni due giorni una donna moriva per mano di quello che riteneva essere uno dei suoi più grandi affetti. Il femminicidio continua a mietere più vittime di un conflitto, ma tra la pareti domestiche. Per interrompere questa spirale di morte che si consuma nel silenzio l'unica via possibile è quella della prevenzione, dell'informazione e della consapevolezza.

Una cultura che si costruisce attraverso i confronti, le testimonianze. Nella Giornata mondiale contro la violenza alle donne la Rete dei comitati delle pari opportunità degli Ordini professionali promuove un incontro a più voci. Un'iniziativa in cui parlare, soprattutto ai giovani, raccontando il fenomeno da più prospettive.

L'iniziativa promossa in sinergia con l'Ufficio scolastico provinciale, l'Unicef, i club Rotary del territorio, l'Inner Wheel, il Centro per lo smistamento in rete di chi subisce violenza, il Cif, il Rotaract e l'Intercat con il patrocinio di Comune, Provincia e Regione, ha colorato dei volti di tantissimi studenti l'auditorium "Calipari" del Consiglio regionale. Maria Cristina Brancatisano, coordinatrice della rete dei Cpo degli Ordini professionali ha spiegato le ragioni della manifestazione attraverso i numeri che testimoniano come i luoghi comuni da abbattere siano ancora tanti per 1 italiano su 3 la violenza domestica è un fatto privato; rispetto a tutti coloro che subiscono violenza, solo il 7,2% denuncia l'accaduto. Quindi un invito alle istituzione con l'appello "affinché la Regione e il Comune si costituiscano parte civile nei processi di violenza alle donne".

Da dove cominciare? Da un cambiamento culturale "le grandi battaglie - dice il presidente del Tribunale Gerardis - si fanno con piccoli gesti quotidiani". In quest'ottica è fondamentale il ruolo della scuola ribadisce il procuratore Salvatore Di Landro. Nel corso dell'intensa mattinata lo psicanalista Pino Zoccali entra nelle pieghe del fenomeno che "matura nella coppia malata in cui la violenza è il modo per cancellare l'altro che ci fa soffrire". L'aggressivita come scelta "si comincia con le parolacce - sostiene Maria Squillace, responsabile del centro abusi sessuali dell'Asp - per passare alla demolizione della personalità e dell'autostima della donna". Un percorso che può portare "al suicidio, un'altra forma di femminicidio". Di fronte a questo fenomeno sociale così dilagante il legislatore è intervenuto con nuovi strumenti, come spiega la presidente di sezione gip-gup, Olga Tarzia del Tribunale che spiega i passaggi chiave della nuova normativa contro la violenza alle donne. Violenza che spesso coinvolge anche i bambini che subiscono questi messaggi fuorvianti. E qui interviene il Tribunale dei minori, come spiega Maria Grazie Grieco "a difesa delle vittime" che si trasformano in nuovo carnefici. "Ci sono tanti casi di minori che usano violenza alle loro coetanee". In questi casi emerge spesso che "dietro alla violenza perpetrata ci sono violenze subite". Una mattinata, moderata da Elio Stellitano, primario dell'ospedale di Melito, che ha parlato alle coscienze dei circa 900 studenti anche attraverso l'arte, con il video dei ragazzi del Panella, con le poesie dell'Ars declamate da Marina Amedeo, dai testi di Enzo de Liguoro.