Reggio: assedio dei lavoratori in mobilità davanti la Prefettura

Protestarc2 1102014(foto di Walter Alberio)- Si sta svolgendo anche a Reggio la protesta dei lavoratori in mobilità di tutta la Calabria. Circa 8 mila nella provincia di Reggio, 27 mila in tutta la regione. Assedio questa mattina davanti la Prefettura per ottenere un incontro con le istituzioni. Per il sit-in stanno arrivando pullman anche da Gioia Tauro. Diversi sono i presidi previsti su tutto il territorio regionale.
"Sono 30 mila persone in una situazione disperata – afferma Nino Costantino della Cgil – molti non prendono il salario dalla fine del 2013, altri dal 2014. Il punto è che in parte le risorse ci sono e, per la responsabilità della Regione, non sono state date ai lavoratori. In parte c'è un'insufficienza di risorse che neanche questo Governo sta prevedendo.

Protestarc 1102014Un miliardo e mezzo di risorse per gli ammortizzatori sociali – evidenzia Costantino – sono una miseria, perché noi dobbiamo privilegiare sia i giovani disoccupati in cerca di prima occupazione sia quelli che il reddito l'hanno perso. Con 1 miliardo e mezzo Renzi non va da nessuna parte. E' per questo – sostiene ancora l'esponente della Cgil – che da oggi inizia una battaglia, per noi e per i cittadini di questo paese che non si concluderà il 25 ottobre a Roma ma andrà oltre per cambiare radicalmente il Jobs Act del Governo e la riforma del lavoro che è profondamente sbagliata verso i giovani e verso chi il lavoro lo ha perso".
La Regione non ha più potere. In questi ultimi 4 anni non ha avuto la capacità di cambiare le cose e non potrà farlo in questi ultimi 40 giorni . Chiediamo di fare qualcosa e mettere a disposizione i soldi per i lavoratori e per i percettori mobilità in deroga. Il resto lo vedremo con la prossima Giunta.

Protestarc3 1102014"Tutti i 30.000 lavoratori – hanno affermato i lavoratori in mobilità in deroga – hanno lavorato per molti anni nelle fabbriche, negli uffici, nei call-center, nei servizi socio-sanitari all'interno di aziende piccole, medie e grandi, prima che l'attuale crisi, nel giro di pochi mesi, li lasciasse a casa in mobilità, in attesa di essere ricollocati in altra attività lavorativa.
"Per troppi anni – hanno proseguito – abbiamo aspettato una risposta positiva, per troppi anni i responsabili ed politici di turno ci hanno preso in giro promettendo un ricollocamento lavorativo, per troppi anni siamo andati a votare in elezioni amministrative, regionali e politiche, sperando in una soluzione .Ora abbiamo deciso di dire basta".
Quello che chiedono ai politici regionali e nazionali sono: "il pagamento delle misere spettanze, alle quali di solito viene pure sottratta quasi un quarto di IRPEF (altro che gli 80 euro di renziana memoria!), ferme ad ottobre 2013; il proseguimento della mobilità in deroga per tutti i lavoratori, fino a nuova ricollocazione lavorativa, per l'anno in corso e per quello seguente; e un lavoro".