Violenze su Anna Maria Scarfò, la Collettiva AutonoMIA alla Curia di Palmi: "Ci riguarda tutto ciò che è ingiustizia e sopraffazione"

violenzadonneLa Collettiva AutonoMIA prosegue la propria battaglia al fianco di Anna Maria Scarfò e replica alla presa di posizione del Consiglio Presbiteriale di Palmi: “Abbiamo protestato il 17 settembre, davanti alla Curia, insieme ad associazioni e semplici cittadini e cittadine calabresi, in merito alla “questione” don Scordo, condannato in primo grado per falsa testimonianza nel processo inerente allo stupro dI Anna Maria Scarfò, in disaccordo con le nomine conferitegli da monsignor Milito, prima di una sentenza definitiva. Questi sono i fatti da noi sempre riportati e a cui fare riferimento: quale dunque lo “screditamento” da noi perpetrato ai danni del presbitero? Riportare forse la testimonianza di Anna Maria Scarfò che seguiamo e sosteniamo da anni?” ci si chiede dalla Collettiva AutonoMIA. “Proprio perché la sentenza è di primo grado, esiste si una presunzione di innocenza ma anche di colpevolezza, vista la condanna. Non sarebbe stato quindi più opportuno aspettare la conclusione del processo prima di affidare a don Scordo nuove “cariche”? Quale dunque il messaggio che la Chiesa locale sta veicolando? Lo avete forse già assolto disponendo di notizie che il tribunale, che lo ha condannato, ignora? Ci chiediamo inoltre, quale valore dare a quell’ “estraneo all’ambiente territoriale e diocesano” riferito alla nostra Collettiva? Considerate forse “Cosa Vostra” quanto accade nel territorio di “competenza” secondo il detto “i panni sporchi si lavano in famiglia”? Ci pare “strano” però che la comunità locale diocesana non abbia mai sostenuto, nei tredici anni di storia processuale, Anna Maria Scarfò, figlia “non estranea” di questa terra, preoccupandosi invece, con tanto fervore, del parroco in questione. Non è dunque questa “cosa vostra” ? Di quale ”verita’ e rispetto della dignita’ delle persone” di “scontata e mai omessa condanna di ogni azione di violenza, compresa anche quella sulle donne” parlate nel vostro comunicato? Non certo di quella di Anna Maria che, di questa storia, rimane l’unica vittima per voi “invisibile”, sostenuta soltanto da chi valutate “estraneo al territorio”. Aldilà della “vicenda” don Scordo - e sorvolando sull’uso di quell’anche che si commenta da solo - non è forse di violenza sulle donne che si parla? Tutto ciò che è ingiustizia e sopraffazione riteniamo ci riguardi da cittadine e da donne laiche” prosegue la dura replica delle donne di AutonoMIA. “Abbiamo volutamente ignorato, nei giorni scorsi, i non meglio identificati “fedeli” che ci hanno attaccato pubblicamente, non lo facciamo per questa nota che è ufficiale e proviene dalla Curia. Aspettiamo però la comunicazione annunciata da colui che consideriamo il nostro unico interlocutore: Monsignor Milito. Ci auguriamo che il tempo “congruo” di cui ha parlato, non sia un tempo destinato a non arrivare mai…la pazienza ha un limite” conclude la nota della Collettiva AutonoMIA Reggio Calabria.