Violenze su Anna Maria Scarfò, la Diocesi di Oppido Mamertina fa quadrato attorno a don Scordo

preteLo scorso 25 settembre si è riunito il Consiglio Presbiterale della Diocesi di Oppido Mamertina – Palmi presso il "Centro del Laicato" in Gioia Tauro. L'Instrumentum laboris "Dalla liberazione alla comunione", ovvero il documento-questionario distribuito ai parroci in ordine alla preparazione dei "Principi e Norme per le processioni nella Diocesi di Oppido Mamertina – Palmi", è stato al centro della discussione tra i rappresentanti del clero diocesano ed è confluito nell'istituzione e formazione della Commissione di studio per l'analisi e l'organizzazione delle risposte consegnate.

Il Consiglio, poi, ha concordato l'Agenda Pastorale per l'Anno 2014-2015, nella prospettiva di un Servizio Coordinamento Attività Pastorali (SCAP) con il compito di accogliere, organizzare e coordinare le attività pastorali diocesane. Inoltre, i membri del Consiglio, alla luce degli incontri vicariali in cui si è affrontato il tema degli Orientamenti per l'annuncio della catechesi in Italia a firma dei vescovi italiani, hanno condiviso la necessità per la Diocesi di avviare il Progetto Catechistico Diocesano.

Infine, nel contesto della presentazione dei progetti affidati all'Ufficio Comunicazioni Sociali, il Consiglio ha preso atto dei commenti e delle reazioni a firma di un collettivo, estraneo all'ambiente territoriale e diocesano (il Collettivo AutonoMIA di Reggio Calabria, ndr) per la nomina di don Antonio Scordo a parroco di "Sant'Ippolito Martire" in Gioia Tauro. Sicuro di interpretare il sentimento di tutto il Clero diocesano, il Consiglio nel ribadire piena fiducia all'operato del Vescovo circa la nomina dei parroci, ha espresso solidarietà al confratello "fatto oggetto di tentativi di screditamento"; accompagna l'azione pastorale di tutta la Chiesa diocesana e "nella scontata e mai omessa condanna di ogni azione di violenza, compresa anche quella sulle donne"; richiama il diritto di ciascuna persona ad essere considerato non colpevole fino alla condanna definitiva poiché gode della presunzione di innocenza fino al giudizio finale; auspica il ritorno ad un clima di dialogo tra la Chiesa e i media per la crescita del nostro territorio, ovviamente nella verità e nel rispetto della dignità delle persone.