La Collettiva AutonoMIA ringrazia i partecipanti al sit-in sulla vicenda don Scordo

La Collettiva AutonoMIA di Reggio Calabria che, nei giorni scorsi, ha promosso un SIT-IN a Palmi per richiamare l'attenzione sulla vicenda di don Scordo, in relazione al processo di Anna Maria Scarfò, intende ringraziare le realtà e i singoli cittadini e cittadine che hanno voluto sostenerlo con la loro partecipazione. Rende inoltre pubblica la lettera consegnata al Vescovo Milito alla quale, a mezzo stampa, ha fatto sapere che risponderà.

"Ringraziamo quindi : "Amnesty" circoscrizione Calabria, "Auser" Gioia Tauro, "Laboratori Trama E Ordito" Nicotera, "Sos Rosarno", "Rinascita per Cinquefrondi", Arcigay "I Due Mari" Reggio Calabria, Pagliacci ClanDestini - Freckles, Associazione Antimafie "Rita Atria", Giovanni Laganà Ecojazz, Circolo "A. Armino" Palmi, l'avvocata Rosalba Sciarrone, legale di Anna Maria, Don Silvio Misiti, Karl Hoffmann, giornalista tedesco, che saputo del nostro presidio ha voluto documentarlo, e Barbara Tripodi e Enzo Infantino che sono stati indispensabili per l'organizzazione. Grazie perché la vicinanza di tutte e tutti voi è stata fondamentale, lo diciamo anche a nome di Anna Maria Scarfò che ci teneva a far sapere quanto sia stata importante per lei e quanto ve ne sia grata"

LETTERA APERTA A MONS.MILITO

Rev.mo Monsignor Milito

Avrà appreso dalla stampa la posizione da noi espressa nei riguardi dell'ennesimo importante incarico da Lei affidato a Don Antonio Scordo. Le avevamo già scritto una lettera in occasione della precedente nomina come suo portavoce presso le associazioni laiche, nessuna risposta: ecco arrivare quella a parroco del Duomo di Gioia Tauro.

Non occorre ricordarLe che il sacerdote è stato condannato ad un anno di reclusione, per concorso in falsa testimonianza, nel processo per stupro ai danni della ragazza, processo strettamente connesso anche alla criminalità organizzata del nostro territorio.

Il comportamento ed il silenzio dell'allora parroco di San Martino di Taurianova, ha permesso di fatto che la violenza su una minore,si protraesse per altri tre anni, non avendo avuto il coraggio di prendere una posizione netta a suo favore denunciando a chi di dovere l'accaduto.

Avremmo tanto voluto ascoltare anche una sola parola in favore di Anna Maria ed una sua astensione da promozioni ed elogi per don Scordo in attesa di una sentenza definitiva.

Il silenzio di allora, le parole di adesso e l' ulteriore nomina ci confermano purtroppo che lei ha scelto invece da che parte stare.

Le vogliamo ricordare che spesso i parroci rappresentano, nella nostra realtà, il primo punto d'ascolto per le donne che hanno subito violenza.

Quale dunque il messaggio che il suo comportamento diffonde : che il silenzio e la connivenza, siano la "giusta" soluzione?

Continuare a "promuovere" ed elogiare una persona che ha, se pur indirettamente, "riconsegnato" Anna Maria nelle mani dei suoi aguzzini lo riteniamo un segnale molto pericoloso.

Non le pare un messaggio contraddittorio quello che porta avanti perseverando in atteggiamenti di chiusura e di non ascolto reale rispetto al contesto, agli eventi, alla quotidianità del territorio?

Crediamo sappia che tra gli stupratori ci sono persone condannate per reati collegati alla 'ndrangheta. Quale, dunque, la differenza tra gli "inchini" nelle processioni, che lei ha condannato sospendendole e l' "inchino" fatto da Don Scordo ?

Le dichiarazioni che lei e il sacerdote in questione avete pronunciato durante la cerimonia della nomina a Gioia Tauro, riportate dal Corriere della Sera, ci hanno lasciate a dir poco perplesse:

Monsignor Milito, nel corso della cerimonia di consegna delle chiavi del Duomo di Gioia Tauro ha voluto precisare che quella di don Antonio Scordo è stata una scelta ponderata. "Ho detto a don Scordo che deve essere una torre perché dall'alto può controllare meglio la comunità" – ha spiegato il presule. Commosso don Scordo ha replicato:" Bisogna avere il cuore di padre. Chi entrerà in questo luogo dovrà sentirsi accolto, amato e voluto bene, addirittura desiderato"

Si può definire con certezza don Scordo una "torre che controlla dall'alto la comunità" e un "padre" che ama e accoglie, visto il comportamento da cui è scaturita la sua imputazione e il processo in corso ?

Questa è una grossa responsabilità di cui Lei pare non essere o non voler essere, consapevole.

Certo, non possiamo esimerci dal dire che a noi suonano come l'ennesima offesa ad Anna Maria, l'ennesimo "stupro" perpetrato ai suoi danni proprio da quella Chiesa a cui lei si era rivolta ritenendolo un posto "sicuro". Dal nostro punto di vista l'occasione di accogliere e amare lui l'ha sprecata molti anni fa e i segni di tale decisione Anna Maria Scarfò, oggi donna di 29 anni da lui "assolta dai peccati" commessi da altri, li porta ancora sul corpo e nell' anima!

Caro Mons. Milito, forse, questa volta avrebbe potuto tacere, questa volta si che il silenzio avrebbe avuto senso!

Non le chiederemo come in passato, per don Scordo, la sollevazione dagli incarichi pubblici in attesa di sentenza definitiva, lo abbiamo già fatto, non le chiederemo di pronunciare in favore di Anna Maria parole di Padre che comprende la sua sofferenza, abbiamo già fatto anche questo: faccia parlare la sua coscienza, si interroghi su quanto la Chiesa potrebbe fare per essere prossima alle donne che subiscono violenze e sopraffazioni e che sono condannate a subire in silenzio. Noi non taceremo, il silenzio appartiene alla 'ndrangheta e a chi in maniera complice lo "tutela", è proprio quel silenzio a cui le donne vengono educate e chiamate che noi vogliamo rompere. Come vede le domande sono tante, la invitiamo quindi a chiarire la sua posizione in maniera pubblica, ha il dovere e la responsabilità di farlo.

Per quanto ci riguarda, in questo momento, il suo tacere ulteriormente vorrebbe solo dire consapevole complicità!