Reggio, ancora polemiche tra Cgil e Usb su Atam: la nota di Nino Costantino

"Finalmente abbiamo una certezza che ci consente di vivere con una certa serenità: "l'unica organizzazione sindacale a battersi contro le politiche liberiste imposte da BCE, UE e FMI" è l'USB di Reggio Calabria. Bene, ora però torniamo all'ATAM. Anzi, a Ferrovie della Calabria. Tre anni addietro le FdC , allora partecipate interamente dal Ministero, per decennali errori politici e di gestione, avevano un deficit di oltre 100 milioni di euro. Il sindacato confederale calabrese allora si impegnò in una dura trattativa sia col Ministero e la Regione che con i vertici aziendali per salvare dal fallimento un'azienda che occupava circa 1000 lavoratori e forniva un servizio di trasporto pubblico essenziale per i cittadini calabresi. Siamo riusciti ad ottenere l'utilizzo dei fondi fas, risorse aggiuntive dal Ministero a fronte del passaggio della proprietà alla Regione Calabria. I lavoratori parteciparono a questo processo di salvataggio dell'azienda con una riduzione di alcune voci derivanti dal salario di secondo livello e con un accordo su circa 50 persone da collocare in pensione. Anche allora l'USB, sbraitando, gridò al tradimento. Resta il fatto che il Sindacato confederale salvò i servizi pubblici per i cittadini calabresi e il posto di lavoro di mille persone, e ovviamente anche quello di Mario Pescatore, il dirigente cosentino della USB che adesso cerca migliore fortuna all'ATAM di Reggio Calabria. Pescatore e l'USB, che come è palese conoscono molto poco la vertenza ATAM, ci dicono di aver sottoscritto un pessimo accordo solo perché abbiamo impugnato, ai sensi della legge 223, il licenziamento di 39 unità e, successivamente abbiamo trovato un accordo sull'unico ammortizzatore sociale utilizzabile in questa fase dai lavoratori del settore (il contratto di solidarietà di tipo B), perché come tutti i sindacalisti dovrebbero sapere ci sono settori, fra cui il TPL, che non possono utilizzare la Cassa integrazione. E allora cosa avrebbe dovuto fare un sindacato serio, licenziare 39 persone o costruire un percorso di solidarietà che soltanto i demagoghi, gli ignoranti della materia o gli imbroglioni possono dire che si basa sul taglio del 25% di salario? Ma su questo sarà molto facile verificare. Resta il fatto che se non avessimo impugnato il licenziamento sarebbe passata la linea aziendale che, a questo punto risulta evidente, è la stessa di quella della USB. Ma l'USB non è a conoscenza di un altro accordo che i sindacati confederali hanno firmato tre anni addietro, all'interno del Piano industriale ATAM. Quello relativo al contratto integrativo e al premio di risultato legato alla produttività che ha evidenziato in questo periodo la serietà nel lavoro della maggioranza dei dipendenti ATAM, oltre ad una serie di accorgimenti per tentare di fare entrare più risorse nelle casse dell'Azienda e contribuire ad arrivare negli ultimi due anni al pareggio di bilancio. Se lo legga l'USB e aspettiamo, trepidanti, critiche anche su quello. Ma da tutto ciò emerge, quindi, con evidenza estrema le responsabilità politiche e gestionali che negli ultimi 10 anni hanno portato l'Atam nell'attuale situazione. Sta qui il nocciolo della questione. E sta qui la stranezza di chi su queste responsabilità rimane in silenzio. Per questo , pensiamo che chi nel passato è stato contiguo a sistemi di poteri di tutti i tipi adesso abbia almeno il pudore di stare in silenzio. Tanto passare da dieci iscritti a dodici non cambia la sostanza delle cose: noi continueremo a fare sindacato nell'interesse dei lavoratori e dei cittadini e l'USB di Reggio, guidato dal cosentino Pescatore, potrà continuare a battersi contro le politiche liberiste della Banca Centrale Europea, della UE e del Fondo Monetario Internazionale". Lo afferma in una lunga nota stampa Nino Costantino, Segretario generale Filt-CGIL Calabria.