Reggio, il PD Area Grecanica contro la Centrale a Carbone di Saline Joniche

"L'Area Grecanica comprende il territorio di dodici comuni e si estende su circa 454 km² di superficie ed è compresa tra il basso Jonio reggino e l'Aspromonte. Nonostante, la sua posizione privilegiata, si presenta come una zona marginale, una periferia, un'area mantenuta nel limbo dello sviluppo, una sorta di terra di nessuno, da conquistare in occasione delle diverse tornate elettorale o speculandoci sopra con proposte incompatibili con il c.d sviluppo sostenibile del nostro territorio".

Lo scrivono in una nota i segretari PD del Coordinamento Area Grecanica di Bagaladi, Bova, Bova Marina, Brancaleone, Condofuri, Melito di Porto Salvo, Montebello Jonico, Motta San Giovanni, Palizzi, Roccaforte del Greco, Roghudi e San Lorenzo.

"Solo una corretta visione del futuro ci potrà dare le giuste direttive per governare il presente: un territorio sano che rispetti l'ambiente (inteso come unicum di luoghi e persone – ricordiamoci che luoghi e persone hanno un'identità) e crei i presupposti per un corretto sviluppo socio-economico. In questo contesto si inserisce il Coordinamento del Partito Democratico dell'Area Grecanica per chiedere con forza una politica unitaria, che garantisca la popolazione da speculazione e sviluppi un piano socio-economico compatibile con i bisogni della collettività. I presupposti per lo sviluppo ci sono tutti, ne siamo ricchi, basta individuarli, saperli gestire e valorizzare. È lo stesso territorio che ci offre, la possibilità di creare la giusta economia per queste terre: turismo, agricoltura (biologica), piccole attività economiche possono essere il volano per lo sviluppo di quest'area. Su questo scenario, purtroppo, incombono varie problematiche che vanno risolte in via preliminare altrimenti non si lascia spazio ad iniziative concrete che vanno in questa direzione di sviluppo. Stiamo parlando delle infrastrutture, soprattutto quelle viarie, dei servizi, quali scuola, e la sanità. In campo sanitario l'ospedale Tiberio Evoli di Melito Porto Salvo (RC) è il caso emblematico di come sono stati affrontati i problemi dell'area da parte delle forze politiche: tante chiacchiere, tante passerelle e nulla di concreto. Un ospedale ridimenzionato e in fase di chiusura tanto da non garantire l'assistenza di primo livello ad un bacino di utenza di 40.000 abitanti. Situazione divenuta drammatica con la disattivazione del punto nascita e delle attività specialistiche di ostetricia del Presidio Ospedaliero di Melito di Porto Salvo, fatte salve le prestazioni di ginecologia, sono state disposte nel giugno 2012 dal Direttore Generale pro tempore, in ottemperanza al Decreto n. 26 del 16/11/2010 del Presidente della Giunta Regionale della Calabria e Commissario ad acta per il piano di rientro della spesa sanitaria. Detto provvedimento, obbliga, le partorienti a recarsi nel Presidio Ospedaliero di Reggio Calabria, dopo un tragitto di circa 30 minuti da Melito di Porto Salvo e di circa un'ora e mezza dalle zone montane. Una situazione insostenibile per l'intera Area Grecanica occorre intervenire subito evitando il deserto sanitario. E poi la centrale a carbone di Saline, un progetto calato dall'alto, e che la comunità locale osteggia poiché lesivo dello sviluppo vocazionale che questo luogo possiede e della salute dei cittadini.

Riaffermiamo per l'ennesima volta, in sintesi, le ragioni del no".

"Il carbone è, tra le fonti fossili, quella che per la produzione di energia emette più CO2 (più del doppio del gas naturale, ad esempio), oltre a rilasciare molte sostanze dannose per la salute (arsenico, cadmio, cromo, mercurio, polveri sottili). La letteratura scientifica non lascia dubbi in proposito e le statistiche parlano chiaro dell'aumento di malattie, anche gravi quali tumori, intorno alle centrali già esistenti, le recenti notizie sulla chiusura della centrale di Vado Ligure ne è un ulteriore prova. L'ordinanza con cui il gip ha disposto il sequestro della centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure parla di nesso di causalità tra le emissioni, le morti e le patologie. E la prova del disastro ambientale doloso con conseguenza sulla salute dei cittadini starebbe nella rarefazione dei licheni e nell'aumento delle malattie. Da precisare che da quando la centrale è stata disattivata le polveri sottili attorno all'impianto si sono quasi dimezzate.

Inquinamento: le emissioni creano inquinanti che incidono su territori fino a 300 km di distanza, la ricaduta di piogge acide e metalli pesanti creeranno problemi per le falde acquifere e le coltivazioni agricole. Inquinamento elettromagnetico la dove sarà predisposto l'elettrodotto.

Economia: non vi è nessuna ragione economica di sviluppare una centrale in una regione come la Calabria che già esporta almeno il 40% della produzione, senza contare l'aumento della produzione per effetto delle piccole installazioni di fotovoltaico e mini-eolico, per poi trasportarla a 1000 km di distanza. Inoltre si fa presente il rispetto del protocollo di Kioto, che l'Italia ha sottoscritto, porta come conseguenza il pagamento dei certificati verdi per la CO2 prodotta ne consegue che il tornaconto di pochi sarà pagato dalla collettività.

Squilibrio Socio-Economico: a fronte dei paventati (ma sempre pochi) posti di lavoro si creerà un insostenibile instabilità dal punto di vista, anche, socio economico. La famosa costa dei gelsomini, che ormai di gelsomini non ne ha più, per errori commessi in passato e che oggi si tende a ripetere, sicuramente perderà quello che è il suo gioiello, il bergamotto.

Il Partito Democratico Area Grecanica, ha una visione di sviluppo diversa, che sicuramente è incompatibile con l'insediamento di una centrale a carbone o di qualsiasi altra fabbrica pesante. Noi vogliamo uno sviluppo ecosostenibile che valorizzi i centri storici, l'ambiente naturale, i prodotti enogastronomici, ecc.

Per questo motivo e per creare i presupposti di uno sviluppo dell'area di Saline diverso, chiediamo ai vari organi competenti di definire l'ambito portuale dello stesso , auspicando una destinazione di tipo commerciale e turistico attrezzato ed efficiente, dando attuazione alle proposte che sono state definite nelle sedi opportune e che sicuramente crerebbero posti di lavoro in numero superiore alla centrale a carbone.

Noi rappresentanti territoriali del Partito Democratico dell'Area Grecanica chiediamo al Presidente del Consiglio ed a tutti i Ministri di affermare il loro dissenso a questo progetto, di revocare il Dpcm, del 15 giugno 2012, che sanciva la contrastata compatibilità ambientale e autorizzava all'esercizio il progetto a carbone della Sei Spa, considerando il fatto che a breve sarà necessario procedere alla chiusura di vari impianti di produzione elettrica a partire da quelli meno efficienti e più inquinanti, come quelli alimentati a carbone che emettono grandi quantità di Co2 in atmosfera e di intraprendere tutte le azioni che creino i presupposti per un diverso modello di sviluppo in sintonia con le prerogative e le aspettative di questo territorio. In particolare, invitiamo il Ministro dello Sviluppo economico a venire nell'Area Grecanica al fine di presiedere una serie di iniziative che il PD sta organizzando a Saline Joniche per riaffermare convintamente il No alla Centrale.

Va precisato, poi, che allo stato della legislazione vigente necessita "l'intesa forte" della Regione Calabria, ossia il consenso della stessa, perché possa essere autorizzata dal Ministero per lo Sviluppo Economico la costruzione della centrale a carbone a Saline Joniche, pertanto, è necessario che il Consiglio regionale e la Giunta regionale manifestino il loro dissenso alla costruzione della centrale a carbone attraverso l'adozione di una nuova delibera che tenga conto delle risultanze dell'istruttoria e motivi in modo chiaro e dettagliato le ragioni del dissenso.

Nell'ambito dell'istituto dell'autorizzazione unica ex art. 1 d.l. n. 7 del 2002, come convertito dalla l. n. 55 del 2002 recante: "Misure urgenti per garantire la sicurezza del sistema elettrico nazionale", l'intesa regionale, deve essere in ogni caso acquisita, a presidio del livello di partecipazione della Regione direttamente interessata dall'impianto. Sul punto, la Corte Costituzionale con la sentenza n. 6 del 2004, ha statuito: "va considerata come un'intesa forte, nel senso che il suo mancato raggiungimento costituisce ostacolo insuperabile alla conclusione del procedimento (...) a causa del particolarissimo impatto che una struttura produttiva di questo tipo ha su tutta una serie di funzioni regionali relative al governo del territorio, alla tutela della salute, alla valorizzazione dei beni culturali ed ambientali, al turismo etc . Esprimiamo, solidarietà, agli attivisti del Coordinamento Associazioni Area Grecanica citati in giudizio dalla SEI presso il Tribunale di Reggio Calabria ritenuti "responsabili di attività lesive dell'onore, della reputazione, dell'immagine e dell'identità economica e professionale della Società SEI, dichiarando che i fatti per cui è causa assumono carattere diffamatorio, lesivo di ogni più ampio diritto di parte attrice", "conseguentemente condannare gli stessi [...] al risarcimento di tutti i danni [...] nella misura di euro 4 MILIONI", e "inibire ai convenuti l'ulteriore pubblicazione di dichiarazioni offensive e lesive dell'immagine della società SEI». Non possiamo permettere che il destino della nostro Territorio definito Area Grecanica, dove il 90% dei giovani e delle giovani è costretto ad emigrare per studiare o lavorare, sembri irrimediabilmente segnato. Per questo dobbiamo costruire un territorio capace di futuro affinché i giovani di oggi siano i lavoratori di domani. E' necessaria un'assunzione di responsabilità di tutti gli autori coinvolti per produrre un patto per lo sviluppo e l'occupazione in grado di fornire interventi su azioni specifiche e condivise. Se da un lato è obbligatorio percorrere la strada del risanamento, dall'altro è altresì necessario mettere i giovani nella condizione di potersi giocare le proprie chance, consegnando loro un'adeguata formazione professionale e uno sviluppo delle competenze.

Anche attraverso le risorse messe a disposizione dal Fondo Sociale Europeo: perchè sviluppo economico e sviluppo delle competenze sono facce della stessa medaglia. Acquisire competenze significa accrescere le possibilità di trovare un impiego così come per il sistema produttivo è fondamentale poter contare su una forza lavoro preparata, adattabile ai cambiamenti, in grado di sostenere i processi di innovazione e trasformazione. L' obiettivo è quindi quello di legare le competenze da sviluppare con la domanda di lavoro e le relative necessità attuali e future espresse dalle imprese, attraverso l'istituzione di un sistema di monitoraggio permanente dei fabbisogni professionali, fruibile da tutti gli attori istituzionali, economici e sociali.

Sarà così possibile definire delle politiche di gestione delle risorse umane in grado di aiutare i cittadini ad orientarsi nella scelta del proprio percorso di istruzione e formazione professionale, rilanciando il ruolo e la funzione dei sistemi pubblici dell'accesso al lavoro. Legalità, trasparenza e partecipazione devono essere il metodo attraverso il quale ridare dignità all'Area Grecanica. Bisogna tagliare i costi della politica ed azzerare le spese inutili; ci vuole un vero e proprio patto antievasione per recuperare risorse da destinare a investimenti, servizi e promozione dello sviluppo locale.

Il fisco municipale deve essere ispirato a criteri di equità ed i bilanci comunali devono essere resi comprensibile in modo che i cittadini possano capire ed agire di conseguenza deciderne l'utilizzo attraverso il bilancio partecipato.
Il giurista M.S.Giannini 'quando l'organizzazione amministra denaro pubblico, è (...) interesse di tutta la collettività sapere come è impiegati'.

I servizi pubblici locali devono essere potenziati e migliorati e possono diventare occasione di nuova economia e lavoro stabile, basti pensare al ciclo dei rifiuti ed alla raccolta differenziata. Bisogna promuovere lo sport e una cultura di tutti e per tutti che siano occasione di crescita diffusa e di valorizzazione delle nostre risorse umane oltre che volano di crescita economica. Per questo riteniamo improrogabili, sia una svolta nella direzione del rigore e dell'efficienza, sia la messa in campo di un progetto innovativo di sviluppo che connetta il progresso economico a quello sociale, ambientale e culturale. Servono scelte che vadano oltre l'ordinaria amministrazione, capaci di innescare un processo di cambiamento che faccia uscire l'Area Grecanica dall'isolamento . Un rinnovamento così radicale necessita da un lato di una vasta mobilitazione politica e sociale dal basso e un modo di governare, che consideri la cittadinanza una risorsa per il cambiamento e non un intralcio al governo; dall'altro di sostituire gli interventi episodici, incoerenti e scoordinati con la logica della programmazione e della pianificazione, anche mutuando le buone prassi sperimentate altrove".