Reggio, Pollifroni (A testa alta per la Calabria) su 25 aprile: “La Resistenza si avvicini al cuore dei giovani”

"Ogni volta, in occasione delle più importanti ricorrenze, tutti sono concordi nel sottolineare l'importanza della memoria storica e lamentarsi del fatto che i nostri giovani l'abbiano molto corta". E' quanto afferma Francesco Pollifroni, esponente del Movimento "A testa alta per la Calabria".

"Ma io dico – sottolinea – se è vero come emerge da alcune recenti ricerche che i giovani italiani risultano fra i più pessimisti al mondo rispetto al proprio avvenire, come possiamo pensare che si appassionino di un passato che non hanno vissuto e che ha prodotto, ai loro occhi, un presente vuoto e senza futuro?
I nostri ragazzi sono preda di un senso di impotenza e disillusione terribile, proprio per questo bisogna invitarli a reagire e a tirare fuori il meglio di sè, rifiutando con sdegno l'immagine che è stata loro affibbiata e mostrando, nei fatti, che valgono molto più di quanto spesso si pensi. E' meraviglioso vederli risvegliarsi, riprendere fiducia in se stessi, sentirli esprimere i propri desideri e sogni più profondi.
E' a questo punto – sostiene Pollifroni – che possiamo rievocare la memoria storica della resistenza, collegandola efficacemente al vissuto personale dei nostri ragazzi, alle loro quotidiane sfide e difficoltà (che spesso rimangono invisibili agli occhi adulti), e facendo comprendere loro, con le parole di Pietro Calamandrei, che: "Dietro ogni articolo della Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa Carta". Occorre cioè mostrare ai giovani che i nostri nonni, quando erano loro coetanei, seppero dinanzi all'orrore della visione nazi-fascista lottare per difendere non solo il proprio presente, ma anche e forse soprattutto il proprio "diritto al futuro".
In questa prospettiva – prosegue l'esponente di "A testa alta per la Calabria" – il 25 aprile e la resistenza possano riavvicinarsi molto ai cuori e alle menti dei nostri ragazzi. Ai nostri ragazzi, spesso sazi e stanchi della prospettiva consumistica tutta ripiegata in un presente vuoto, e alla disperata ricerca di senso e speranza per l'avvenire, quello proprio e di tutti, io voglio dedicare le ultime parole di Bruno Fittaion, poco prima di essere fucilato a soli 19 anni il 1 febbraio 1945: "Muoio, muoio senza alcun rimpianto, anzi sono orgoglioso di sacrificare la mia vita per una giusta causa, e spero che il mio sacrificio non sia vano anzi sia di grande aiuto nella lotta."
Che la giornata del 25 Aprile sia per tutti noi un momento di riflessione sui sacrifici del passato, ma soprattutto un monito per il futuro".