Grasso a Locri: “Vittime di mafia reclamano giustizia e chiedono impegno per legalità”

Locri GiornataMemoria21marzo2017 GrassoLa Giornata della memoria e dell'impegno di Libera "è un momento certamente di celebrazione per ricordare tutti insieme e per stare vicini alle famiglie in un momento di cordoglio, ma soprattutto deve essere un momento di attenzione nei confronti dei problemi dell'Italia". A dirlo il presidente del Senato Pietro Grasso, durante della Giornata della memoria delle vittime innocenti di mafia in corso a Locri.

"Problemi - ha aggiunto - che sono i giovani con il loro lavoro, il loro inserimento sociale. Questo deve essere il modo migliore per poter non dimenticare il sacrificio di tante persone, ma proprio tante che fanno parte della nostra comunità. Non ci sono solo magistrati, politici e forze dell'ordine. Ci sono anche cittadini comuni e bambini innocenti. Questo deve essere il significato di questa giornata".

Nei nomi – quasi mille - che compongono il triste e lungo elenco delle vittime che oggi vengono scanditi, c'è tutta la nostra comunità, ferita in ogni sua parte: magistrati, uomini e donne delle forze dell'ordine, politici, imprenditori, commercianti, studenti, bambini, giornalisti, uomini di fede, insegnanti. Ci sono storie note a tutto il Paese e altre che invece erano relegate al dolore privato dei familiari.

Tutte le vittime, però, hanno pari dignità: chi è rimasto e porta con sé l'insostenibile peso della perdita di una persona cara, non deve sentirsi mai solo ma deve invece poter contare su tutti noi. I morti di mafia reclamano giustizia e ci chiedono di impegnarci per la legalità e la verità. Possiamo fare molto ma servono coraggio e dedizione, gli stessi che vedo negli occhi delle persone che sono qui a Locri. Solo insieme possiamo farcela. Tocca a noi, a tutti noi, dare pieno valore al 21 marzo, trasformarlo davvero nel primo giorno di una primavera di legalità: abbiamo il diritto, ma anche il dovere, di realizzare questa ambizione.

Le scritte di ieri a Locri "se volevano ottenere un effetto hanno ottenuto quello contrario, cioè di una piena solidarietà da parte di tutta Italia a Libera, a don Ciotti e a questo movimento che è un movimento per la legalità e per l'affermazione della cultura della legalità che non è solo rispetto delle leggi ma la possibilità di andare avanti con principi di solidarietà, e per dare un futuro migliore sopratutto ai nostri giovani" ha aggiunto Grasso.

"La Calabria è una regione sfregiata dalla criminalità organizzata. Bisogna liberarsi da questa piovra, da questo cancro". A sostenerlo a Locri è stato il governatore della Calabria, Mario Oliverio. "Bisogna rompere - ha aggiunto - l'intreccio tra economia malata, politica e criminalità organizzata. Si può fare, si deve fare perché in questa meravigliosa Calabria ci sono tante forze sane e potenzialità turistiche e occupazionali da salvaguardare, tutelare e portare avanti". "La Regione - ha concluso Oliverio - è impegnata a 360 gradi su tutti questi fronti e non molleremo la presa di un centimetro".

"Giornate come questa dimostrano che l'Italia non ha dimenticato la Calabria". A dirlo è stato il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, che sta partecipando a Locri alla Giornata per le vittime della mafia. "Libera - ha aggiunto De Raho - ha questa straordinaria capacità di unire, l'unione è quella che consente di contrastare efficacemente la 'ndrangheta e tutte le altre mafie. La 'ndrangheta vuole il silenzio e l'isolamento, sono i connotati fondamentali della sua forza. Tra gli studenti c'è una preparazione talmente forte che fa pensare che quando saranno loro a guidare la società la 'ndrangheta sarà completamente annientata".

"Ci vuole una rivoluzione culturale, etica e sociale che ancora manca nel nostro Paese perché non è possibile che da secoli ancora parliamo di mafia". Lo ha detto don Luigi Ciotti fondatore di Libera parlando con i giornalisti prima di salire sul palco della manifestazione in corso a Locri

"É un fatto molto importante per la Chiesa che per la prima volta la Conferenza episcopale calabrese aderisca al completo ad una manifestazione contro le mafie. Però c'è ancora anche qui tanto da fare. Quando guardo i visi dei familiari delle vittime delle mafie - ha aggiunto don Ciotti - penso che la maggioranza di loro non ha ancora avuto giustizia. Abbiamo bisogno di verità. Anche nella Chiesa ci sono delle ombre, delle fatiche e delle ferite, ma vi prego di credermi" bisogna "cogliere il segno della Chiesa viva di cui abbiamo veramente bisogno. E l'adesione della conferenza episcopale e' un segno importantissimo".

"Siamo qui perche' amiamo la vita. Vi prego non basta piu' ricordare, bisogna far vivere del nostro impegno" tutte le vittime delle mafie. Lo ha affermato don Luigi Ciotti, nel corso della giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie a Locri. "Ci esortano ad essere noi piu' vivi, ci hanno lasciato una eredita', una speranza di una societa' piu' giusta e piu' umana. E' necessaria - ha concluso don Ciotti - una vera cittadinanza, significa corresponsabilita'"

"Se oggi i diritti sono così deboli non è solo colpa di chi li attacca, ma anche di chi li difende così timidamente"

"Lavoro, scuola, servizi sociali, restano il primo antidoto alla peste mafiosa". Lo ha affermato don Luigi Ciotti, nel corso della giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie a Locri. "Bisogna restituire l'economia alla vita, ricominciare dalla cura dell'ambiente- ha aggiunto - le mafie non uccidono solo con la violenza ma vittime sono anche i morti vivi, penso ad esempio alle tante vittime dell'usura. Ma ci sono anche i morti vivi per mancanza di coraggio, che si rassegnano all'agonia".

"Non dimenticate che la politica e' un servizio. C'e' chi non lo capisce, ma non si puo' sempre aspettare che siano i magistrati a dirlo, voi cittadini usate la testa". Lo ha affermato don Luigi Ciotti nel corso della Giornata della memoria e dell'impegno in corso a Locri.

"La prima mafia si annida nell'indifferenza, nella superficialità, nel quieto vivere, nel puntare il dito senza far nulla e girarsi dall'altra parte. L'omertà uccide, la verità è la speranza. Coraggio e umiltà non richiedono 'eroismi' ma generosità e responsabilità. Consapevolezza e responsabilità sono inseparabili. Se oggi i diritti sono così deboli non è solo a causa di chi li attacca, ma anche di chi li difende troppo debolmente o peggio si nasconde dietro di essi per giustificare inadempienze e negligenze. La legalità - non può essere un insieme di principi sacrosanti, ma astratti, ma un ponte tra la responsabilità e la coscienza di essere persona sociale ed il ruolo attivo e positivo che giochiamo nella nostra comunità. Sull'assenza di progetti e proposte concrete e credibili rischiamo di rassegnarci alle mafie come un male inevitabile". A dirlo don Luigi Ciotti, concludendo a Locri la XXII Giornata della memoria e dell'impegno per le vittime innocenti delle mafie. "

"Ieri sera il presidente del Consiglio Gentiloni mi ha telefonato e mi ha dato una grande notizia che noi avevamo chiesto con la Fnsi che il Consiglio dei ministri di venerdi' ha riconosciuto a Riccardo Orioles i benefici della Legge Bachelli". Lo ha affermato don Luigi Ciotti nel corso della Giornata della memoria delle vittime innocenti di mafia in corso a Locri.

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"Se oggi il male e' cosi' diffuso e' perche' l'ingiustizia si e' alleata con le nostre omissioni". Lo ha affermato don Luigi Ciotti a Locri, nel corso della celebrazione della Giornata delle vittime innocenti delle mafie. "Alcune misure urgenti sono state umiliate - ha aggiunto - insieme alle mafie il male principale nel nostro Paese resta anche la peste della corruzione. E' urgente - sottolinea don Ciotti - approvare la riforma ferma da un anno e mezzo sulla confisca dei beni e rafforzare l'agenzia. Questi beni dobbiamo portarglieli via tutti, ma proprio tutti e quando possibile restituirli alle comunita'. Nessun arretramento sulle misure in materia di appalti, nessun compromesso al ribasso - ha concluso - sulle intercettazioni per tutelare la verita'

"Il 23 maggio e il 19 luglio, Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e Paolo Borsellino i magistrati, ma c'erano anche gli sbirri e quest'anno ricorrono i 25 anni dalle loro stragi. Vi prego non dimentichiamoli, siamo qui perche' amiamo la vita". Lo ha affermato don Luigi Ciotti a Locri nel corso della celebrazione per la Giornata in memoria delle vitti

Oggi, in occasione della ''Giornata nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie'', il Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette ha partecipato a Locri alla XXII edizione della manifestazione da cui prende il nome la giornata odierna, voluta e organizzata dall'associazione ''Libera'' per ricordare tutte le vittime innocenti delle mafie. La manifestazione, promossa sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, quest'anno si svolge in Calabria a Locri - come luogo principale e in altre 4000 piazze italiane -per contrastare simbolicamente la forza e l'attualità della 'ndrangheta. La presenza del Comandante Generale, sottolineano i carabinieri, "vuole testimoniare la vicinanza dell'Arma alle vittime innocenti delle mafie e ricordare al contempo tutti i Carabinieri uccisi per mano della criminalità organizzata di tipo mafioso". L'Arma dei Carabinieri è presente e vicina alla società civile e a tutte le realtà attivamente impegnate alla diffusione di una cultura della legalità, come l'Associazione Libera con cui, nel dicembre 2016, è stato siglato un protocollo di collaborazione finalizzato a questo scopo.

Tutta la nostra solidarieta' a don Luigi Ciotti per le scritte comparse" a Locri. La esprime Matteo Renzi nella sua e-News, in cui ricorda anche "la presenza per me fondamentale del Presidente della Repubblica a Locri durante la giornata della memoria per le vittime innocenti di mafia".

Per approfondire: LA MARCIA DEI 25 MILA A LOCRI http://ildispaccio.it/primo-piano/139261-locri-la-marcia-dei-25-mila-contro-le-mafie-oggi-siamo-tutti-sbirrihttp://ildispaccio.it/primo-piano/139261-locri-la-marcia-dei-25-mila-contro-le-mafie-oggi-siamo-tutti-sbirri