Ponte sullo Stretto, Molinari (Idv): "No sperpero soldi"

"La Corte dei Conti ci dice che il famigerato Ponte sullo Stretto potrebbe costarci oltre 325 milioni di euro. A questi si aggiungono i 700 chiesti dal general contractor Eurolink, i 90 della Parsons Transportation e il milione circa della società che si è occupata del monitoraggio ambientale, oltre ad ingenti spese legali. Tutto ciò non certo per la costruzione del Ponte che resta, nonostante le sbandierate dichiarazioni di intenti di governi in cerca di consenso, un'opera che probabilmente non vedrà mai la luce". Lo sostiene, in una dichiarazione, il senatore Francesco Molinari, di Italia dei Valori.

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"I soldi li chiede, innanzitutto - aggiunge Molinari - la società Stretto di Messina, controllata dall'Anas e quindi statale, allo Stato, a noi, per la mancata realizzazione del Ponte. Una situazione kafkiana, purtroppo non nuova al nostro Paese. Nella relazione della Corte si sottolinea anche che la richiesta di indennizzo è stata presentata al Ministero delle Infrastrutture ancor prima della messa in liquidazione della società e che non risultano iniziative intraprese dal dicastero di Delrio per superare il contrasto. La Stretto di Messina, per il suo mantenimento in vita, è già costata negli anni centinaia di milioni e non sono cessati i tentativi di allungare i tempi della sua liquidazione per continuare a spillare denari ai contribuenti. Occorre, da una parte, che il Ministero agisca subito per evitare che lo Stato sia invischiato in un episodio legale con ulteriori sprechi di denaro pubblico e, dall'altra, applicare una vigilanza rigidissima per ribaltare il concetto che lo Stato sia fondamentalmente una mucca da mungere il più a lungo possibile".