Reggio, sbarcano oltre 239 migranti: ci sono 12 cadaveri

migrantigommone 500E' arrivata nel porto di Reggio Calabria la nave Bourbon Argos di Medici senza frontiere. A bordo oltre a 239 migranti e anche i cadaveri di 12 persone raccolti da un gommone al largo delle coste della Libia. Il gruppo di migranti é composto da 157 uomini, 79 donne e tre minori. Tra loro molti gli ustionati per contatto con idrocarburi.

I migranti saranno distribuiti in varie località italiane secondo il Piano di riparto predisposto dal Ministero dell'Interno.

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Le salme sono state sbarcate dalla nave e condotte nell'obitorio dell'ospedale da dove poi saranno trasferite nel cimitero della frazione "Armo". In porto, per coordinare l'attività di accoglienza ed assistenza, si é recato il prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari, che ha espresso apprezzamento per l'apporto fornito dalle associazioni di volontariato, tra cui Croce rossa e Caritas diocesana, che si sono mobilitate per l'occasione.

"Quante tragedie come questa serviranno prima che i leader dell'Unione europea cambino le loro priorità malriposte sulla deterrenza e forniscano alternative sicure alle traversate dei migranti in mare?". Se lo chiede Stefano Argenziano, responsabile per le operazioni sulla migrazione di Medici senza frontiere, in relazione all'approdo stamattina nel porto di Reggio Calabria della nave Bourbon Argos di Msf con a bordo i cadaveri di 12 migranti recuperati nei giorni scorsi da un gommone alla deriva a 26 miglia dalle coste della Libia. "È una tragedia - aggiunge Argenziano - ma purtroppo non si può dire che sia stato un giorno eccezionale nel Mediterraneo. Le scorse settimane sono state terribili per i nostri team e per le altre navi di ricerca e soccorso, costantemente impegnate in operazioni di salvataggio in cui troppi uomini, donne e bambini hanno perso la vita. Queste attività di ricerca e soccorso stanno diventando una gara in un cimitero marittimo. I nostri team sono schiacciati da una crisi creata dalle politiche, che ci fa sentire incapaci di fermare le morti in mare. Il 2016 sarà probabilmente dichiarato l'anno più nefasto per le morti nel Mediterraneo centrale. Nel corso di quest'anno 327.800 persone sono arrivate in Europa via mare e 3.740 hanno perso la vita durante la traversata, secondo i dati dell'Unhcr. I team di Msf a bordo delle tre navi di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale, dall'inizio delle operazioni ad aprile scorso, hanno soccorso oltre 17 mila persone. Di fronte a una tale tragedia, MSF ribadisce ancora una volta che, se le operazioni di ricerca e soccorso possono salvare vite, creare vie legali e sicure è l'unico modo per mettere fine alle morti in mare".