L’associazione “Un Mondo di Mondi”: “Baracche via Asmara e Libia, il dilemma irrisolto del Comune di Gioia Tauro”

"Quale sará la sorte delle famiglie di Gioia Tauro che da decenni vivono nelle baracche di via Asmara e via Libia? Non ci é dato sapere, nonostante qualche giorno fa il sindaco Pedà, in conferenza stampa, abbia dichiarato che a breve ripartirà il Contratto di Quartiere II di via Asmara con i lavori di costruzione di 36 alloggi erp. Nulla o quasi ha detto, sulla sistemazione abitativa delle famiglie ( 15 fino a maggio 2013) gioiesi che vivono emarginate nelle baracche, in attesa di essere "liberate" da questa condizione. Queste famiglie gioiesi hanno il diritto di essere incluse nella città di Gioia Tauro e hanno pure il diritto di sapere qual è, veramente, il programma che il Comune intende adottare per loro". Lo afferma l'associazione "Un Mondo Di Mondi" che "apprende con piacere che il Contratto di Quartiere II per la riqualificazione di Via Asmara ripartirà, ma intende ricordare al sindaco Pedà che il progetto, oltre alla costruzione dei 36 alloggi e della scuola già ultimata, prevede anche l'inserimento abitativo in equa dislocazione delle famiglie gioiesi che abitano dentro il ghetto. Questa azione, non dimentichiamo, deve inoltre essere definita coinvolgendo i diretti interessati.

Nello spirito che ha guidato la nascita e lo sviluppo dei Contratti di Quartiere, il superamento dell'emarginazione sociale e l'azione di concertazione con le famiglie emarginate sono state sempre delle attività non secondarie rispetto alla costruzione delle opere pubbliche.

--banner--

Difatti, la rimodulazione del Contratto di Quartiere II di via Asmara, realizzata dall'amministrazione Bellofiore, aveva portato all'ascolto delle richieste delle famiglie e quindi alla scelta di abbandonare il progetto della costruzione di un piccolo campo-ghetto (per il quale era previsto un finanziamento di circa 650.000 euro) e di adottare la soluzione dell'equa dislocazione abitativa che avrebbe consentito l'inclusione sociale. Questa scelta della Giunta Bellofiore è stata confermata dalla delibera del Consiglio Comunale del 30 settembre 2011, con la quale la massima assemblea civica di Gioia Tauro decise che la soluzione abitativa per le famiglie rom gioiesi doveva essere quella dell'equa dislocazione e non più quella del concentramento.

Questa politica abitativa, che anticipava quanto nel febbraio 2012 avrebbe deciso il governo italiano con la Strategia Nazionale per l'inclusione dei Rom Sinti e Camminanti, costituiva un taglio netto con il progetto del concentramento-ghettizzazione varato negli anni Novanta con la costruzione della Ciambra.

Pertanto, negli incontri che, a partire dal mese di luglio 2015, questa associazione ha tenuto con l'Amministrazione Pedà si è continuato a proporre la strada dell'equa dislocazione attraverso la realizzazione delle verifiche sugli alloggi erp.Inizialmente questa proposta è stata accolta dal sindaco Pedà, tanto che il dirigente Mangione ha provveduto a completare le verifiche sugli alloggi erp. Nel mese di gennaio 2016 sono stati pure emessi tre decreti di decadenza che avrebbero permesso al Comune di riprendere nella propria disponibilità questi alloggi. Ma, nonostante i decreti di decadenza, secondo la normativa vigente, siano degli atti immediatamente esecutivi, il Comune non ha provveduto a riprendersi i tre alloggi, ha interrotto i rapporti con questa associazione e non ha più proseguito nell'azione di equa dislocazione .

Nel mese di agosto, l'Amministrazione Pedà con la presentazione del "Progetto Ciambra", in modo netto, ha ripreso il vecchio progetto del concentramento di tutte le famiglie rom di Gioia Tauro nel ghetto della Ciambra.

Dato lo sviluppo che ha avuto la situazione, è oggi indispensabile che le famiglie di via Asmara e di via Libia conoscano quali sono le reali intenzioni dell'Amministrazione comunale per il loro futuro .

Pertanto, la richiesta che l'associazione "Un Mondo Di Mondi" rivolge al sindaco Pedà è "quella di costituire un tavolo pubblico di concertazione con le famiglie, i consiglieri comunali e le associazioni che si occupano di questo tema, per concordare, nel rispetto di quanto deciso dal consiglio comunale del 30 settembre 2011, un programma di equa dislocazione. Obiettivi, modalità, tempi e finanziamenti andranno definiti in modo chiaro e trasparente".