Ponte sullo Stretto, Legambiente stronca Falcomatà: “Subalterno e imbarazzante”

FalcomataeRenzinuova500"Deludente , acquiescente e preoccupante" è questo il giudizio che Legambiente Reggio Calabria Città Metropolitana da della presa di posizione del Sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, a favore del Ponte sullo Stretto, espressa all'interno della trasmissione di Sky Tg24 "Dentro i fatti, con le tue domande".

"Al contrario – prosegue Legambiente – del Sindaco di Messina, Accorinti, che ha posto sul tappeto opportunamente alcuni dei problemi reali dei trasporti nell'area dello Stretto, del collegamento tra Calabria e Sicilia e delle soluzioni che vanno in direzione nettamente contraria e alternativa alla Grande Opera, il Sindaco di Reggio Calabria ha trovato più conveniente ritagliarsi il ruolo subalterno e imbarazzante, di coreuta e amplificatore della proposta-boutade appena rilanciata dal Premier Renzi".

Secondo Legambiente, "oltre la dichiarazione pasticciata e infelice, lo specifico invito del primo cittadino ad essere visionari, in realtà più che evocare una capacità di immaginazione generatrice di risultati futuri possibili ed utili, applicato alla vicenda del Ponte, diventa, nel significato più classico del termine, "segnale di allucinazioni visive che portano ad assumere come vere cose non rispondenti alla realtà" e al futuro desiderabile, disegni, peraltro dannosi, che fuori da mistificazione, si sa già essere inattuabili. Del resto, i 100 mila posti di lavoro che, a detta del Presidente del Consiglio, l'investimento sul ponte produrrebbe (Berlusconi si era limitato a 17 mila) sono un esempio illuminante in questa direzione. E ancora: il Sindaco che invita "a guardare allo straordinario", sa bene che alle nostre dimensioni lo straordinario a cui mirare è innanzitutto garantire l'ordinario.

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"In merito al Ponte, dichiara ancora Legambiente Reggio Calabria, al di là dei fumogeni della propaganda governativa, in questi anni è stato dimostrato, a partire dalle tante falle e dai numerosi parametri scoperti del progetto, emersi già nello studio di impatto ambientale, come quest'opera sarebbe inutile, dannosa e insostenibile sul piano economico e un azzardo dal punto di vista tecnologico, peraltro in zona altamente sismica. Il Ponte, in particolare non servirebbe ad ottimizzare i collegamenti, risultando non conveniente sia sulle brevi sia sulle lunghe distanze, meno che mai per Reggio, nè riuscirebbe a dare risposte occupazionali credibili; mentre si prefigura sicuramente devastante e stravolgente sul piano territoriale e ambientale: una vera e propria mutazione genetica per l'area dello Stretto, che rappresenta, con il suo straordinario mix tra natura e cultura, un "unicum" tra i più preziosi dell'intero Pianeta, tanto da puntare ad essere riconosciuto "Patrimonio dell'umanità".

Sarebbe una delusione grande se il sindaco Falcomatà, a rimorchio di Renzi, piuttosto che attingere all' utopia concreta e all'indipendenza ostinata dell'esperienza della Primavera di Reggio, decidesse di collocarsi nell'alveo di quella lunga tradizione di classe dirigente nazionale e nostrana che evoca le grandi opere inutili e fa balenare proposte di opere-evento miracolistiche, che si sa a priori essere irrealizzabili, allo scopo di coprire debolezze amministrative e l'incapacità di risolvere problemi ordinari e pressanti come quelli de un sistema di trasporti adeguato, nella nostra città e nello Stretto.

E' questa una visione contro cui i cittadini delle due sponde dello Stretto sono scesi ripetutamente in piazza, chiedendo che i soldi destinati al ponte, peraltro sostanzialmente pubblici, fossero utilizzati (sempre nell'ipotesi che realmente ci fossero) per fare le cose utili e cioè quelle che servono davvero e sono più urgenti. In particolare mettere a sistema in modo efficiente, i collegamenti via mare e il complessivo sistema di trasporto dell'Area. Questo sarebbe il vero ponte, economico e culturale al servizio della auspicabile Città Metropolitana dello Stretto, obiettivo concreto di giusti visionari.

L'augurio di Legambiente è che il Sindaco, che è impegnato in uno sforzo amministrativo che merita rispetto e attenzione, sulla questione ponte possa tornare sui suoi passi".

Sul tema interviene anche Legabiente Calabria: "Non è certo lo Stretto di Messina il collo di bottiglia dei trasporti tra la Sicilia e la Penisola, piuttosto il Parlamento si impegni a trovare le risorse per mettere mano, subito e in maniera lungimirante, a tutta la mobilità del Sud con il potenziamento ed il miglioramento della linea ferroviaria jonica, dell'alta velocità sulla linea tirrenica Napoli-Reggio Calabria, dell'Autostrada A3; della statale 106 e della statale 18; del materiale rotabile con i comfort moderni ed investendo sulle tratte regionali di Ferrovie della Calabria.

Legambiente dopo un anno dall'ultimo annuncio del Governo Renzi torna ad opporsi all'ennesima propaganda politica volta a convincere la popolazione che il Ponte porterà sviluppo e posti di lavoro. Come è possibile - è scritto ancora nella nota - parlare di grande opera per il Sud, quando in Calabria la velocità media sulla rete ferroviaria è ancora di gran lunga inferiore alla media nazionale, con treni vecchissimi e la gran parte della tratta jonica non è elettrificata?". "Renzi parla di progettare il futuro - sostiene il presidente regionale dell'associazione, Francesco Falcone - noi riteniamo, più modestamente, che occorra costruire il presente. Un progetto per il rilancio del Mezzogiorno, semmai, dovrebbe oggi partire dalle città portuali come Villa San Giovanni e Gioia Tauro, il problema per lo sviluppo di un efficiente trasporto merci integrato sta nei collegamenti tra porti e rete ferroviaria. Senza dimenticare lo stato di degrado della rete stradale in Sicilia e Calabria. Questi sì, sarebbero interventi utili e un modo concreto di promuovere nuova occupazione e sviluppo nel meridione". "Per quanto riguarda invece il futuro - prosegue Falcone - le sfide richiedono ben altro approccio: dall'impegno per una diffusa rigenerazione urbana al consolidamento delle rinnovabili, dalla mobilità sostenibile all'agricoltura di qualità, dall'ottimizzazione della raccolta differenziata alla messa in sicurezza del patrimonio edilizio scolastico fino alle infrastrutture ferroviarie e portuali necessarie. Non c'è bisogno di opere inutili per far crescere l'Italia: occorrono azioni, il tempo degli annunci e del populismo mettiamolo alle spalle e rottamiamolo".