Promozioni Consorzio di Bonifica Rosarno, Coldiretti replica alla Cia che si aggrappa ad Oliverio

"Già la minacciosa e intimidatoria disapprovazione, nell'esercizio delle sue legittime funzioni di garanzia, dell'operato del rappresentante della Regione Calabria in seno alla Deputazione Amministrativa (che ricordiamo ha votato contro gli atti deliberativi) consente di definire quanto meno nervosa e scomposta la nota della Cia". Così Pietro Molinaro inizia la nota di replica al comunicato della Cia il cui il rappresentante nel Consiglio dei Delegati, che non ha mai approvato l'operato del Presidente del Consorzio, oggi supinamente (perché??) si è appiattito sulle posizioni del barone Zerbi. "Accusare il rappresentante nominato dalla Regione chiedendo al Presidente Oliverio di intervenire per sanare "questa grave anomalia" è davvero aberrante e si commenta da se. Se questo è il pensiero della Cia in Calabria c'è davvero da essere seriamente preoccupati. Nel merito poi - continua Molinaro – la Coldiretti non ha mai chiesto il Commissariamento dell'Ente, (è uno sport che non ci appartiene) tanto è che coerentemente si è giudizialmente costituita contro il Decreto di Commissariamento della Regione del già Consorzio "Valle Lao" di Scalea, che è stato fatto anche per una reiterata opposizione della lista della Cia. Per quanto riguarda il riconoscimento delle mansioni fatte da un altro Consorzio, queste sono state fatte ad inizio legislatura ed il Consorzio che le ha fatte, non ha appesantito il bilancio, tanto è che oggi è in regola con il pagamento degli stipendi, cosa che non avviene a Rosarno dove i dipendenti accreditano quattro mensilità. Il riconoscimento delle mansioni (leggasi promozioni) non andavano fatte per ragioni di opportunità proprio in pieno procedimento elettorale tanto è che già ci eravamo espressi che le Istituzioni serie adottano, in questi casi, una sorta di "semestre bianco".

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A Rosarno ribadiamo, ha vinto la lista Coldiretti con uomini e programma votati dai consorziati, era Zerbi a doversi dimettere che invece per rimanere in sella ha fatto inciuci in Consiglio e non il vice-presidente Mimmo Cannatà la cui storia e rigore etico parlano da se e non accetta lezioni da nessuno. Ma si sa, i maestri dell'ingiuria gratuita forse per sperare di portare a casa qualcosa hanno bisogno di parlare facendo difese d'ufficio! Insomma – conclude Molinaro – la Cia, ripropone una melassa per tentare di mettere un bel vestito per mascherare, senza neanche troppa convinzione, atti che non era opportuno fare.