Con il piede sbagliato

degaetanonaccaridi Claudio Cordova - Se per "liste pulite" si intende che i partiti si impegneranno a non candidare nessuno che sia stato indagato o rinviato a giudizio nel processo di Norimberga, per l'omicidio di John Kennedy e per i crimini della banda della Uno bianca, allora tutti i partiti – persino quelli calabresi – potrebbero sembrare gruppi di boy scout. Se invece pensiamo che per "liste pulite", per questione morale e – in definitiva – per dare un vero cambio di mentalità al modo con cui in Calabria si è fatta la politica, debbano essere prese decisioni nette e talvolta dolorose, allora non ci siamo.

La persecuzione continua.

Non è ancora finita l'imbarazzante campagna elettorale per le elezioni al Comune di Reggio Calabria, che già un nuovo spettro aleggia sui cittadini: le elezioni regionali. Qualcuno ha già aperto la propria segreteria politica, qualcun altro programma la pubblicità elettorale, altri, invece, hanno iniziato a fare telefonate "esplorative" e a far girare santini e locandine sui social network e sul web in generale.

Del resto, la chiusura delle liste è ormai imminente, con il voto per il rinnovo del Consiglio Regionale ( dopo il lungo interregno Stasi, in seguito al caso giudiziario che ha travolto il Governatore Giuseppe Scopelliti) che si avvicina sempre di più con la propria data del 23 novembre.

E le avvisaglie sono pessime.

Saranno tanti, troppi, i soggetti finiti in inchieste giudiziarie a essere riproposti, dall'una e dall'altra parte. Il Pd – che nonostante la propria atavica litigiosità in questa fase sembra fare la parte del leone – è più avanti rispetto a quel che resta del centrodestra e sembra avere già pronta la maggior parte dei nomi.

Nel distretto reggino (i candidati saranno dislocati secondo collegi territoriali, come stabilito dalla nuova legge varata da Palazzo Campanella) sono pressoché certi della candidatura due veterani come Nino De Gaetano e Demetrio Naccari.

Sarebbero entrambi all'ennesima esperienza in Consiglio Regionale e sono entrambi indagati per reati anche piuttosto gravi.

De Gaetano, infatti, è uno dei numerosissimi consiglieri regionali (di centrodestra e di centrosinistra) a essere stato attenzionato dai pm di Reggio Calabria, Ottavio Sferlazza e Matteo Centini, nella cosiddetta "Rimborsopoli" calabrese: la tendenza, cioè, di numerosi politici nostrani di pagare con i soldi dei contribuenti (secondo l'accusa) i propri sfizi personali. Già segretario calabrese di Rifondazione Comunista, il compagno De Gaetano appenderà al chiodo la falce e il martello a metà 2011, dopo una non troppo edificante querelle con il segretario nazionale, Paolo Ferrero, che l'aveva "ripreso" perché non aveva versato il 40% del suo stipendio di consigliere regionale al partito, così come era previsto dal regolamento. Su di lui, in passato, qualcuno solleverà anche qualche dubbio circa l'appoggio elettorale che avrebbe potuto avere da uno dei clan più potenti di Reggio Calabria, i Tegano del rione Archi. Tuttavia, non subirà mai alcun provvedimento giudiziario.

E' invece indagato per peculato dai pm di Reggio Calabria. De Gaetano è stato anche interrogato dalla magistratura inquirente. E la riservatezza mantenuta dagli investigatori in tutti questi mesi non implica di certo che il caso sia chiuso. Un fatto che, senza scivolare in alcun tipo di giustizialismo (chiunque è non colpevole fino alla Cassazione, figuriamoci nella fase investigativa) avrebbe dovuto spingere un grande partito come il Pd, che vive (nelle parole) una profonda fase di rinnovamento a fare scelte a garanzia, non del singolo, ma della collettività e della credibilità della compagine politica.

Quella di Demetrio Naccari è una vicenda per certi versi simile. Anche il suo nome, in passato, finirà accostato a vicende che avranno per protagonisti personaggi ritenuti organici alla 'ndrangheta e, per la precisione, i Lampada di Milano. Ma anche sul suo conto, nessuna fattispecie penale verrà neanche ipotizzata dall'Ufficio di Procura. Ma come De Gaetano per le spese pazze, anche Naccari è indagato. E' indagato per l'ormai nota vicenda del concorso all'ospedale di Reggio Calabria. Secondo l'accusa vi sarebbero state manovre poco chiare per l'assegnazione di un posto nel reparto di Dermatologia, ambito, tra gli altri professionisti, dalla dottoressa Valeria Falcomatà, moglie di Naccari e sorella del candidato sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, dato per grande favorito nelle elezioni del 26 ottobre.

E nonostante la richiesta di rinvio a giudizio del pm Mauro Tenaglia fosse del luglio scorso, la magistratura reggina ha (discutibilmente) scelto di fissare l'udienza preliminare sia dopo il voto comunale a Reggio Calabria, sia dopo quello per le Regionali.

Il 25 novembre.

Ora, è notorio come i membri della famiglia Falcomatà (allargata) siano circondati da un'aura di sacralità che solo in pochi (e Il Dispaccio si mette tra questi) a Reggio Calabria osano discutere. Ma l'ipotesi di un rinvio a giudizio (ferma restando la presunzione di non colpevolezza di Naccari e di chiunque altro) è un'ipotesi che nessuno, neanche il più sfegatato dei fan piddini, può scartare.

Il 23 novembre si voterà e auguriamo a Naccari di migliorare il proprio precedente risultato elettorale, dato che nella legislatura Scopelliti, l'ex sindaco facente funzioni di Reggio Calabria entrerà in Consiglio Regionale solo come "ripescato". Ma come la metteremmo se il 25 novembre (salvo rinvii) il Gup reggino dovesse disporre il processo per Naccari? La speranza è che nessuno si metta a parlare di giustizia a orologeria...

Non saranno gli unici nomi che faremo, quelli di De Gaetano e Naccari. Sono i primi, perché tra i primi a riproporsi per il Consiglio Regionale. Ma, c'è da giurarci, l'elenco sarà molto lungo. Sarà lungo perché la politica continua ad attendere la magistratura per darsi una controllata. Salvo poi indignarsi per gli sconfinamenti di campo.

E se persino il Pd, da sempre impegnato a spacciarsi per partito legalitario, quello in cui la "questione morale" sarebbe una stella polare, non esiterà a candidare personaggi che un vero rigore su certi temi avrebbe dovuto, assolutamente, tenere fuori, difficile immaginare di cosa sarà capace il centrodestra calabrese che, in tutti questi anni, ha dimostrato di avere un concetto di legalità piuttosto alterato...