I sindaci cosentini Sero e Donnici appoggiano disegno di legge Buemi per riapertura tribunali

"Ridefinire l'assetto territoriale degli uffici giudiziari secondo criteri oggettivi e omogenei che tengano conto dell'estensione del territorio, del numero degli abitanti, dei carichi di lavoro e dell'indice delle sopravvenienze, della specificità territoriale del bacino di utenza, anche con riguardo alla situazione infrastrutturale, e del tasso d'impatto della criminalità organizzata. (..) Non può comunque risultare soppresso il tribunale che abbia un bacino di utenza superiore ai 100.000 abitanti ed un carico di lavoro con una media, nel periodo 2006-2012, di oltre 4.000 sopravvenienze". È, questo, uno dei passaggi cruciali del disegno di legge d'iniziativa di un gruppo di 20 senatori, capeggiati dal socialista Enrico Buemi, avente ad oggetto "Riapertura della delega di cui all'Art. 1, comma 2 della Legge 14.9.2011, N.148, con riordino della geografia delle Corti d'Appello", ufficializzata nei giorni scorsi.

Ad esprimere soddisfazione a nome del territorio, sono Filippo Sero ed Angelo Donnici, primi cittadini di Cariati e di Mandatoriccio che colgono l'occasione per ringraziare nuovamente il senatore piemontese Buemi, coinvolto in prima persona dall'assessore provinciale uscente Leonardo Trento, per la ricerca costante – scandiscono – di strade finalizzate ad ottenere, in un modo o in una altro, la revisione di uno dei più intollerabili errori di Stato mai commessi in tema di giustizia nel nostro Paese. – Siamo convinti – continuano Sero e Donnici – che non possa calare in nessun modo il silenzio su questa vicenda assurda di azzeramento del diritto alla giustizia in un territorio che aveva ed ha tutte le condizioni prescritte per non vedersi sottratto un indispensabile presidio di giustizia. Riteniamo che, prima o poi, l'errore commesso a più livelli, sommato al vuoto di efficace rappresentanza territoriale di questi ultimi anni, non potrà che essere riparato.

La soluzione ai gravi problemi applicativi rimasti – si legge nel disegno di legge – non può che consistere nel riportare la questione a livello di normazione legislativa primaria, operando sulla delega originaria con una vera e propria specificazione di rango sopra-ordinato dei criteri che le forze politiche, in modo pressoché unanime, hanno finora cercato di dettare al Governo. Con salvezza degli effetti già prodotti (..), ciò può avvenire – si prosegue – riaprendo la delega (..), al fine di dare puntuale attuazione ai contenuti dei pareri approvati dalla Commissione Giustizia Senato e Camera, e conseguentemente la riviviscenza degli uffici giudiziari soppressi in difformità ai citati pareri. – Invece di una giustizia di prossimità – che, come dimostrano i dati statistici, è efficiente e oltremodo la più conforme ai parametri europei – si è preferita – continuano i senatori – la creazione di macro-strutture di tribunali che risultano dei veri e propri «carrozzoni», tali da compromettere ulteriormente il già carente servizio della giustizia, causerà che molti cittadini saranno indotti, di fatto, a rinunciare alla tutela costituzionalmente garantita dei propri diritti in una sede accentrata e molte volte lontana. Le evidenti diseconomie di scala venutesi a produrre sono confermate da tutta una serie di rinvii di udienza, che vengono disposti dai magistrati nelle sedi unificate con l'unica motivazione del carico di lavoro ipertrofico che si sono trovati inopinatamente a gestire senza averne i mezzi. Eppure il Ministero della Giustizia – chiosano – anche nel cambio di tre governi, è rimasto sostanzialmente sordo a tali istanze. Le spese di funzionamento – prevede l'articolo 1 del disegno di legge BUEMI ed altri – e di erogazione del servizio giustizia per il tribunale di comune non capoluogo di provincia che, all'esito delle operazioni di cui ai periodi primo e secondo, non risulti soppresso, sono poste a carico degli enti locali interessati, anche consorziati tra loro, aventi competenza sul relativo circondario, ivi incluso il costo di manutenzione della sede ed il fabbisogno di personale amministrativo, restando a carico dell'amministrazione giudiziaria unicamente l'organico del personale di magistratura professionale di tali sedi nonché la formazione del personale amministrativo.