Il massimo della pena per i giovani che seviziarono e uccisero il cane Angelo nel Cosentino

Cane Angelo 1di Angela Panzera - Sedici mesi di reclusione: è questa la condanna disposta stamani dal gup di Paola, Alfredo Cosenza per quattro giovani accusati di avere seviziato ed ucciso a Sangineto (Cosenza) un cane randagio, soprannominato Angelo, e di avere postato poi il video su Facebook.

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Il gup del Tribunale di Paola (Cosenza), ha accordato quanto invocato dal Procuratore facente funzioni di Paola, Maurizio De Franchis, durante la propria requisitoria svoltasi nell'udienza del 18 maggio. Il gup Cosenza ha deciso anche per la sospensione condizionale della pena subordinata però, alla prestazione di lavori di pubblica utilità da compiere presso associazioni a tutela degli animali. Stabilito anche il risarcimento di due mila euro per il comune di Sangineto, luogo dell'omicidio dell'animale e paese di origine degli imputati, che si era costituito parte civile insieme ad una trentina di associazioni animaliste. Anche per quest'ultime il giudice ha disposto duemila euro di risarcimento ciascuna e ottocento euro per ogni legale di parte. Durissima quindi la sentenza emessa all'esito del processo di primo grado, svoltosi con il rito abbreviato. L'accusa, durante la requisitoria, ha sottolineato proprio "la crudeltà e la non necessità del gesto perpetrato". Alla sbarra c'erano Nicolas Fusaro, Giuseppe Liparato e i fratelli Francesco e Luca Bonanata accusati del reato di "uccisione di animali". Nessuno di loro era presente alla lettura del dispositivo. I quattro ragazzi, secondo le indagini condotte dal pm della Procura di Paola- e adesso anche secondo il gup- , filmarono con il telefonino tutta la scena: prima attirarono il cane, che era docile e mansueto, poi lo impiccarono ad un albero ed infine lo uccisero con colpi di pala sulla testa. Angelo sarebbe stato seviziato poiché ritenuto "responsabile" della morte di alcune capre. Il video dell'uccisione divenne presto virale sui maggiori social network. I giovani alla sbarra erano accusati "in concorso tra loro e con crudeltà e senza necessità, di un medesimo disegno criminoso e di aver torturato un cane randagio, catturandolo, impiccandolo ad un albero, stringendogli una fune intorno al collo, colpendolo ripetutamente e con violenza con una spranga fino a cagionare la sua morte. Il tutto riprendendo la scena in un video successivamente pubblicato su Facebook". Adesso tutti e quattro hanno rimediato una dura condanna.