"Pensavo fosse amore e invece era stalking", ad Aieta (Cs) l'incontro sulla violenza sulle donne

Ogni due giorni una donna perde la vita perché uccisa dal proprio partner: il suo ex marito, l'attuale compagno o un uomo che si è invaghito di lei. Una piaga che sembra non volersi fermare e che continua a mietere vittime innocenti e occupa quotidianamente pagine di cronaca.

Un amore malato o un amore non corrisposto spesso sono le due facce di una stessa medaglia. E il sentimento di impotenza e frustrazione porta le donne a non denunciare. Paura, timore e ansia. La voglia di andar via e quella di essere libere fanno i conti con la coscienza e il terrore di essere abbandonate.

Di questo e dell'importanza di parlare e denunciare ogni tipo di violenza se ne è discusso sabato 21 gennaio presso il Palazzo Rinascimentale di Aieta (Cs).

Un convegno voluto e organizzato dalla giornalista calabrese Diletta Aurora Della Rocca con il patrocinio del Comune di Aieta.

L'incontro è stato preceduto dalla visione di un contributo video realizzato dai ragazzi dell'Istituto Tecnico per il Turismo Ugo Calvanese di Tortora, in occasione della Giornata Internazionale contro l'eliminazione della Violenza sulle Donne del 25 novembre. Sono intervenuti anche i ragazzi dell'Istituto Professionale per i Servizi Socio Sanitari Antonio Gabriele sempre di Tortora, che hanno partecipato attivamente compilando un questionario redatto dalla giornalista Mariapia Volpintesta e che rientrerà in uno studio sulla violenza di genere e percezione nei giovani in Calabria.

Il dibattito, aperto dalla relazione introduttiva della giornalista e moderatrice, Diletta Aurora Della Rocca, ha puntato l'attenzione sul fenomeno dello Stalking e della Violenza sulle Donne, sull'importanza dei centri antiviolenza e della corretta informazione sul tema. È fondamentale denunciare e non sentirsi in colpa, affrontare la violenza e riappropriarsi della propria vita. Un tema purtroppo ricorrente nelle cronache dei nostri giorni. Un fenomeno anche nei dati agghiacciante.

Ha poi preso la parola il giornalista Ugo Floro, che ha puntato l'attenzione su come la scuola e i media possono arrivare laddove le istituzioni non riescono. Partendo dalla sua esperienza nelle scuole ha spiegato perché è necessario unire all'educazione sessuale quella sentimentale. Lavorare con i ragazzi e aiutarli nel comprendere queste violenze. Per fare questo molto importante è l'aiuto degli insegnanti e della famiglia.

Quando parliamo di violenza un ruolo fondamentale lo svolgono anche le amministrazioni locali. E su questo punto è intervenuta la dottoressa Anna Lacava, Consigliera delegata alle Politiche Sociali e Sanitarie di Aieta, spiegando che da qualche mese l'Amministrazione Comunale del borgo ha attivato uno sportello amico, proprio per aiutare e sostenere tutte le donne che hanno bisogno di aiuto.

Si è entrati nel pieno dell'argomento con la giornalista e scrittrice Mariapia Volpintesta che da anni si occupa del tema delicato della Violenza sulle Donne. Da qualche mese la giornalista ha terminato di scrivere un saggio "Ti amo più della tua stessa vita", in procinto di essere pubblicato e che indaga il fenomeno del femminicidio in Calabria dagli anni settanta del Novecento fino al 2015, attraverso il racconto di oltre cento storie di donne divise per provincia. La giornalista ha poi attirato l'attenzione dei ragazzi delle scuole presenti in sala con un linguaggio molto schietto e anche semplice riuscendo a far capire come alcuni atteggiamenti non devono essere sottovalutati e perché è importante che i ragazzi parlino. Se non con la propria famiglia, possono aprirsi con gli amici o con i professori. Il problema della violenza di genere è soprattutto culturale. Bisogna lavorare di più sulla formazione e sulla qualità dell'informazione e in questo le scuole e gli educatori sono molto importanti.

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Quando una donna decide di denunciare una violenza, il più delle volte chiede aiuto anche alla psicologa. Un lavoro fatto di rinascita e piena accettazione di sé. Di questo se ne è parlato con la Dottoressa Rossella Palmieri, Psicologa, Psicoterapeuta e Segretaria del Centro Italiano Femminile di Belvedere, che ha esposto in maniera esaustiva il fenomeno dello Stalking con esempi pratici del suo lavoro grazie anche alla sua esperienza sul tema. Ha poi introdotto la campagna "Un posto occupato', una sedia occupata da un paio di scarpe rosse, segno del posto che una donna occupava nella propria vita e che ha lasciato vuoto perché vittima di violenza o di una follia omicida. Un gesto per sensibilizzare sul tema e per non dimenticare nessuna di loro. Una relazione puntuale approfondita anche dall'aiuto legale dell'Avvocato Norina Scorza, che in maniera chiara e comprensibile ha spiegato la fattispecie giuridica dello stalking e quali sono gli elementi che la legge penale considera necessari affinché si perfezioni il reato. L'avvocato ha poi chiesto ed esortato i ragazzi a rivolgersi alla legge e denunciare.

Ha concluso la tavola rotonda Angela Napoli, già Onorevole e Presidente dell'Associazione Risveglio Ideale. La dottoressa Napoli ha spiegato come in Calabria c'è ancora tanto bisogno di parlare di questo tema e ha puntato l'attenzione sulla presenza al tavolo di discussione del giornalista Ugo Floro. Questo perché durante i vari incontri sul tema della Violenza alla quale è stata invitata, non ha mai trovato un relatore uomo che potesse affrontare questo tema ma solo donne. Un argomento che ci prende quotidianamente e che va affrontato. È importante la prevenzione culturale anche sugli uomini e bisogna sensibilizzare le istituzioni sul tema.

La dottoressa Napoli ha anche ricordato come nella sua carriera politica si è trovata più volte a discutere nelle varie commissioni proprio sul tema e su come intervenire. Ha poi parlato della sua associazione e di come sostiene anche e soprattutto donne vittime di violenza, ricordando il suo impegno personale anche come donna.

È importante affrontare questo problema, aldilà delle passerelle politiche che possano esserci in occasione di giornate come il 25 novembre o l'8 marzo. È importante sensibilizzare e la Calabria è una regione in grado di farlo.