Anche la Cgil chiede un nuovo ospedale per Cosenza

"La Procura di Cosenza ha posto sotto sequestro, con facoltà d'uso, i locali del Centro trasfusionale dell'Ospedale dell'Annunziata, della centrale termica e dei gruppi elettrogeni, dei servizi igienici del Pronto soccorso, del corridoio e dello spogliatoio della sala operatoria. I rilievi hanno riguardato aspetti strutturali ma anche igienico-sanitari: come dire che quei luoghi sono semplicemente sporchi. Vogliamo sottolineare questo primo aspetto per dire che a volte, per evitare di finire sotto i riflettori, basterebbe maggiore attenzione da parte dei responsabili di questo martoriato presidio verso gli appalti per le pulizie e le condizioni di lavoro degli addetti. Certamente la mancanza di risorse da destinare a investimenti, con i tagli alla sanità del Governo nazionale e lo strangolamento dovuto al Piano di rientro del debito regionale, sono la causa maggiore di questo degrado, che inutilmente le organizzazioni sindacali (con in testa quelle dei medici ospedalieri) vanno denunciando da circa dieci anni. Come riporta una relazione consegnata al Ministero nel 2014, la struttura dell'Annunziata "è costituita da più plessi con epoche costruttive diverse (dal 1939 all'inizio del 2000) non inquadrabili in alcuna tipologia architettonica ospedaliera, con tutte le criticità legate all'avere le funzioni in più plessi separati senza adeguati collegamenti né verticali né orizzontali, con impossibilità a differenziare i percorsi." La rigidità della struttura, inoltre, non permette la gestione per intensità di cure né altre forme assistenziali innovative. Dal punto di vista strutturale, dunque, non si possono "garantire i requisiti minimi e di sicurezza al punto che è stato dichiarato lo "stato di emergenza" nel luglio 2010, per la prima volta nella storia dell'Annunziata, con nota inviata al presidente della Giunta Regionale e al Sindaco di Cosenza." La necessità di risolvere il problema strutturale aveva spinto l'amministrazione nel 2007, dopo l'invio di una dettagliata relazione al Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria, ad istituire un gruppo di lavoro per predisporre un documento tecnico da trasmettere al Dipartimento Tutela della salute, Giunta Regionale e Sindaco, su un piano di fattibilità per la realizzazione di un nuovo ospedale, che, dopo una prima parziale e temporanea attenzione, è stato abbandonato. In aggiunta, la chiusura degli ospedali periferici non seguita da una contestuale riorganizzazione del territorio, in grado di dare risposte ai bisogni di salute dei cittadini, ha di fatto determinato il collasso dell'assistenza ospedaliera. D'altra parte, bisogna riconoscere che l'Azienda ospedaliera di Cosenza ha avviato le assunzioni per nuove unità di personale medico ed infermieristico, comprese le stabilizzazioni di personale precario, in alcuni casi da 15 anni; è stata appena acquistata una PET (strumento indispensabile per la diagnosi precoce dei tumori) che certamente contribuirà a diminuire la mobilità passiva; è stato deliberato l'acquisto di nuove apparecchiature per la radioterapia; continuano ad essere ristrutturati gli spazi destinati alle degenze; presto si potranno effettuare online le prenotazioni ed il pagamento dei ticket. Ma nessun provvedimento potrà restituire alle sue funzioni elettive una struttura destinata ai casi acuti e alle emergenze e di rilevo regionale, se non emergerà una rete di servizi territoriali in grado di rispondere a bisogni più elementari della popolazione. La medicina di base, con le sue articolazioni funzionanti nelle 24 ore, deve riprendere il suo ruolo di primo contatto e di pronta risposta alla domanda di assistenza sanitaria. Lo prevedono da dieci anni i piani per la salute ed i contratti di lavoro nazionali, mentre in Calabria (e in particolare modo a Cosenza) non si vuole uscire dalla logica di esperimenti ambigui, come lo sono stati i Nuclei di Cure Primari. È di questi giorni la notizia che l'ultimo incontro per aprire il negoziato sull'Accordo Regionale per la Medicina Generale è saltato per l'assenza del maggiore sindacato del settore". La CGIL, alla luce di tutte le considerazioni fatte e le criticità emerse nel corso del tempo, ritiene urgente e necessario che la politica regionale si impegni a realizzare il progetto per la costruzione del nuovo ospedale. Ci chiediamo perché, dopo anni di grida di dolore degli operatori e dei cittadini, si sia dovuto giungere all'intervento della magistratura per rimettere al centro dell'attenzione il problema: "Sappiamo bene quanto disagio per i lavoratori e paura per i pazienti sta creando quest'attenzione mediatica. Tuttavia, se la possibilità di costruire un nuovo ospedale non dovesse risultare praticabile in tempi brevi (ma qualcuno dovrebbe spiegare perché è stato possibile avviare, anche se con estrema lentezza e intoppi burocratici la costruzione di ben quattro nuovi ospedali in Calabria) è inevitabile un immediato intervento di messa in sicurezza del vecchio. Bisogna ricordarsi che prima o poi anche le strutture pubbliche dovranno rispondere a criteri e requisiti di accreditamento e non ci pare che l'Annunziata sia in questo momento in condizioni di rispettare i parametri strutturali e di organico richiesti".

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