L'Unitalsi di Lamezia celebra i suoi primi 50 anni di vita

E' in programma per domenica prossima (23 ottobre 2016) l'evento "Misericordiamo. 50 anni di gioia e di fraternità" organizzato e promosso dalla Sottosezione Unitalsi di Lamezia Terme che festeggia il primo mezzo secolo di vita. Cinquant'anni di servizio dedicato agli ultimi che ha visto nel tempo l'impegno di decine e decine di volontari.

La famiglia unitalsiana lametina celebra l'importante anniversario al "Teatro 8 ciclisti" della Fondazione Terina di San Pietro Lametino (Area Benedetto XVI). Domenica mattina, a partire dalle 10.30, l'evento inizierà con la proiezione di un video che ripercorrerà i momenti salienti della sottosezione locale.

Seguiranno i saluti del presidente dell'Unitalsi di Lamezia Carlo Mercuri e dell'assistente ecclesiastico della sottosezione, don Isidoro Di Cello. Interverrà anche il presidente regionale dell'Unitalsi, Vincenzo Trapani Lombardo.

La seconda parte della manifestazione registrerà gli interventi di don Decio Cipolloni, già assistente nazionale Unitalsi e di Luisa De Leo, già presidente della sottosezione lametina. Concluderà il presidente nazionale Unitalsi Antonio Diella. La mattinata si chiuderà con la celebrazione della Santa Messa.

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L'Unitalsi (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali) è nata nel 1903 come "strumento" per portare speranza fra le persone meno fortunate. Una 'mission' che parte dai dettami evangelici che invitano a costruire una società dove ci sia spazio per la carità. Negli anni, oltre ai pellegrinaggi con gli ammalati, è stata anche realizzata tutta una serie di progetti in grado di offrire risposte concrete ai bisogni di disabili e persone in difficoltà.

L'Unitalsi vuol essere "mezzo di carità operativa e di carità creativa nelle mani del Signore". La sottosezione lametina è sempre stata in linea con l'organizzazione nazionale condividendone principi, metodi e finalità. Oggi, dopo 50 anni di attività spesa sul campo, si può ben dire che anche Lamezia ha una grande famiglia unitalsiana, espressione di quella carità fattiva che è emblema della fede testimoniata con le opere.