La Reggina e le notizie ad orologeria: realtà o lotte di palazzo?

fotiinsultadi Paolo Ficara - E fateci giocare contro il Messina. Polemiche causate da notizie ad orologeria, ancora tutte da verificare ed approfondire, continuano ad "infestare" l'attesa pre-derby per la Reggina. Solo in maniera marginale, dato che al Sant'Agata c'è l'elimina-code per poter gestire l'afflusso di tifosi a caccia del biglietto per martedì pomeriggio.

È di ieri il comunicato, partito da via delle Industrie, con cui si smentisce di fatto il coinvolgimento nella recente inchiesta sul Calcioscommesse. Le prime notizie ventilate, parlano di "accertamenti" per Reggina-Benevento dell'autunno scorso. Non essendoci alcun dirigente amaranto sul registro degli indagati, sono da escludere eventuali forti ripercussioni. Qualora, in un secondo momento, gli accertamenti dovessero porre la lente d'ingrandimento su uno o più tesserati, l'aspetto fondamentale è l'assenza di responsabilità diretta da parte del club.

Sono altre le compagini che attendono il deferimento del procuratore federale Stefano Palazzi, temendo la retrocessione. Ad esempio, la Vigor Lamezia è pesantemente coinvolta ed il proprio direttore sportivo è finito agli arresti. L'accusa di illecito sportivo, col coinvolgimento diretto di un dirigente, lascerebbe poche ancore di salvataggio.

Se la vicenda attualmente gestita dalla Procura di Catanzaro appare ancora in divenire, quella in mano da anni alla Procura di Cremona ha sicuramente già vissuto i suoi momenti più "esaltanti". Per il precedente coinvolgimento nel Calcioscommesse, causa presunto tentato illecito in occasione di Grosseto-Reggina del 2011 (il campionato di B culminato con l'accesso ai playoff), gli amaranto hanno già scontato una penalizzazione nel torneo 2012/13, sempre in B.

In quell'occasione, ci furono deposizioni giudicate convergenti da parte di Juri Tamburini, ex difensore del Modena, ed Antonio Narciso all'epoca portiere del Grosseto. A nulla valse la difesa di Gianni Rosati, ex ds ed in quel momento consulente tecnico della Reggina, la cui inibizione di tre anni e tre mesi sta per scadere. Oggi, sulle colonne della Gazzetta dello Sport, viene riportato un caso diverso e che attualmente scaturirebbe dalle "rivelazioni" di una sola persona.

Tale Manlio Bruni, già commercialista di Beppe Signori ed agli arresti dal 2011, "svela" che Lillo Foti avrebbe promesso due milioni a testa a Genoa e Chievo, per battere rispettivamente Torino e Bologna nel maggio del 2009. Con la Reggina ormai matematicamente retrocessa dalla A alla B, dato che si trattava dell'ultima giornata di campionato in massima serie, e fuori dai giochi. Bruni sostiene di averlo appreso da Francesco Bazzani, altro Carneade coinvolto mani e piedi nella retata decisa dalla Procura di Cremona.

La sottolineatura più importante da fare, per i tifosi della Reggina, è quella sportiva: si parla di condotte risalenti al 2009, le quali sarebbero eventualmente in prescrizione. Per quanto riguarda la giustizia ordinaria, qualora si potesse formulare un'accusa partendo da Tizio che racconta di aver appreso da Caio, l'unico a difendersi dovrebbe essere Lillo Foti come persona fisica. Lo stesso Bruni non sarebbe stato ritenuto credibile, nelle scorse settimane, circa la "rivelazione" riguardante il Lecce che avrebbe foraggiato la Sampdoria per fargliene fare cinque proprio alla Reggina, nel momento in cui si era ancora in piena corsa per la salvezza.

Foti ha già i suoi validi avvocati, e non necessita di ulteriori difese. Tuttavia non siamo nati ieri, e ci domandiamo come mai venga fuori il nome della Reggina pochi minuti dopo l'accoglimento del ricorso al CONI, e relativo accesso ai playout, nel recente scandalo del Calcioscommesse in Lega Pro. Per una partita attualmente oggetto di "accertamenti". Allo stesso modo, c'è da chiedersi il motivo di cotante rivelazioni a scoppio ritardatissimo sul presidente amaranto.

La notizia, non avendo i crismi della certezza ed essendo forse legata ad altre situazioni, non è ancora abbastanza "matura" da uscire. Ma tant'è: Lillo Foti, già presidente della commissione riforme in Lega Pro, potrebbe ricevere un incarico dalla Federcalcio italiana. Non è da escludere che tale fattispecie stia creando pruriti altrove. Lasciamo le lotte di palazzo a chi ritiene opportuno scatenarle, da queste parti interessa soprattutto che la Reggina non debba mangiare fango anche nei rari casi in cui non è in torto.

Per adesso, nella testa dell'ambiente amaranto c'è solo il Messina. Ogni tentativo esterno atto a deconcentrare dall'obiettivo della salvezza in Lega Pro contro gli acerrimi rivali sportivi, cade nel vuoto. Seguiremo ogni eventuale sviluppo delle varie inchieste, ma da qui al 30 maggio sarà solo Derby dello Stretto. E nulla più.