Reggina: speriamo che la Co.Vi.Soc. abbia preso un granchio...

foticentenariodi Paolo Ficara - Non l'è tutto sbagliato, ma l'è tutto da rifare. Modificando una citazione di Gino Bartali, e senza per forza attendere il risultato di oggi tra Melfi ed Aversa Normanna, la corsa salvezza della Reggina va ricominciata daccapo. Ottenere sul campo la permanenza in Lega Pro era e rimane un'impresa: a dicembre avremmo firmato tutti per disputare i playout, ed oggi la situazione è identica dopo qualche volo pindarico sulla salvezza diretta.

Mister Alberti ha proposto una formazione che ben si adatta alle caratteristiche dell'organico: gli si può appuntare che sarebbe stato meglio pensarci una settimana prima, quando a Cosenza la squalifica di Armellino suggeriva già un cambio di modulo, anziché rimescolare le carte contro il forte Matera. Settimana dopo settimana, si accentua sempre più la "morfologia" della Reggina: squadra dotata di piglio ed aggressività (non ci si è arresi nemmeno sullo 0-3), ma resa qualitativamente inadeguata dalle operazioni di mercato concluse il 2 febbraio.

Tant'è vero che si è dovuto ricorrere al reintegro di un Di Michele indispensabile quando sarà almeno all'80% della condizione, ed all'ingaggio di un Velardi ancora non proposto in campo, per innalzare il tasso tecnico. Sta di fatto che i punti, nelle ultime settimane, li hanno raccolti anche gli avversari diretti. Se il fardello (-4, oggi trasformato in -1) gravato sulle gestioni tecniche di Cozza e Tortelli fosse ancora presente, in questo momento la Reggina sarebbe nelle stesse condizioni di classifica di due mesi fa.

Ecco perché diventa importante bloccare la scure della giustizia sportiva. L'ultimo deferimento promulgato, riguarda una contestazione della Co.Vi.Soc. circa il mancato pagamento dei contributi, sulle mensilità di settembre ed ottobre che la Reggina avrebbe dovuto corrispondere entro il 15 dicembre scorso. Mai come stavolta, dobbiamo sperare che l'organo di controllo delle società calcistiche abbia torto marcio, e non solo per le eventuali conseguenze in classifica.

Pochi giorni dopo quella data ultima, che al momento gli vale la contestazione presente nel deferimento, il presidente Lillo Foti ha tenuto una conferenza stampa allo stadio 'Granillo'. Argomenti: la presenza nella ristretta elite del calcio professionistico, la costruzione di un nuovo stadio grazie all'appoggio di un fondo americano, il lancio dell'azionariato popolare finalizzato a finanziare tale progetto avveniristico, più qualche risposta sulla presunta trattativa per l'ingresso di nuovi soci (a dicembre andava molto di moda scriverne e parlarne).

Su questa testata, nel giugno scorso, abbiamo suggerito (e non augurato, c'è una bella differenza) di staccare la spina di fronte all'ipotesi di affrontare un campionato senza introiti dai diritti tv, con penalizzazioni in classifica e con un debito notevole e certificato a gravare sul bilancio societario. Riteniamo di aver dato il giusto (cioè ristrettissimo) spazio alle storielle di "matrice australiana", con presunti imprenditori interessati ad acquistare un club di Lega Pro oberato appunto dai debiti. Gente rimasta senza un nome. Lo stesso Foti, descrivendoli come potenzialmente pronti a sottoscrivere "tra le 100 e le 300 azioni" (ovvero tra i 1500 ed i 4500 euro), o è incappato in un lapsus clamoroso (la sua dimestichezza nel contare banconote non ce lo lascia pensare) oppure ha di fatto gettato la maschera, pochi giorni prima di carnevale.

Ora, dopo aver rinfrescato la memoria sulle posizioni espresse nel recente passato, non riusciamo a credere che la Reggina si sia messa a parlare di stadio nuovo, chiedendo finanziamenti ad istituzioni e popolo, pochi giorni dopo un mancato pagamento del lordo degli stipendi. Il monte ingaggi degli amaranto non è quello del Lecce o del Benevento, circa la metà dell'organico è al minimo salariale o quasi. Qualcosa non torna.

I dubbi riguardano anche altri aspetti. Sempre nello stesso periodo temporale, ovvero entro il 31 dicembre scorso, la Reggina ha pagato la prima maxi-rata del debito dilazionato con l'Agenzia delle Entrate. Circa 400 mila euro, cifra di gran lunga superiore a quella contestata dalla Co.Vi.Soc. Ed ancora: Aronica, Belardi e Cirillo sono venuti a metterci la faccia dopo una carriera di tutto rispetto, un dirigente competente come Cerantola è sceso dalle montagne venete per aiutare a mettere ordine al Sant'Agata. E poi non ci sono abbastanza denari per due mensilità di contributi?

A meno che non si tratti di una sorta di "rischio calcolato", ovvero una speculazione bella e buona su disgrazie altrui con annesso ripescaggio in caso di retrocessione, per il momento propendiamo verso un errore formale magari dimostrabile già in primo grado di giudizio. Uno o due punti di handicap, classifica alla mano, in questo momento farebbero la differenza tra la zona playout e la retrocessione diretta. Mettere a repentaglio la stagione sportiva per qualche decina di migliaia di euro sarebbe una follia inaccettabile.

A prescindere da come andrà a finire con questo ennesimo deferimento, per parlare chiaro non è mai troppo tardi. I discorsi sulle presunte trattative con nuovi potenziali soci sono serviti soprattutto a placare la contestazione, montata in maniera intensa durante lo scorso Reggina-Benevento. L'azionariato popolare non poteva far scaturire chissà quale tipo di risposta, specie se alla gente si parla di stadio quando esistono problemi molto più urgenti. Se ci sono difficoltà economiche quotidiane, "piangerle" adesso non ha molto senso.

Le polemiche in questo momento devono avere il minore spazio possibile, la squadra ha bisogno del sostegno di tutti per tirarsi fuori da una deprimente situazione di classifica contro avversari dalle potenzialità infime. A fine stagione sarà doveroso guardare in faccia la realtà, anche perché all'orizzonte non c'è un nuovo Bochniewicz che consenta di monetizzare al punto da finanziare quasi un'intera stagione sportiva.