Dionigi al Dispaccio: "Insigne decisivo contro il Cosenza, ma dalla Reggina sento due o tre obiettivi..."

dionigidavidedi Paolo Ficara - "Fai l'aereo, alè". E lui lo faceva, quasi sempre. Davide Dionigi ha spesso risposto al coro della curva che ne invocava l'esultanza in stile aeroplanino, propedeutica ad una palla gentilmente buttata nel sacco difeso dal portiere avversario di turno. Il suo rigore che decise Reggina-Cosenza nel campionato '96-'97 in Serie B, prima stagione di quel giovane centravanti con la maglia amaranto, è rimasto nella storia. Anche per quell'aeroplano fatto volare davanti al naso del compianto Franco Scoglio, all'epoca allenatore dei silani, dopo l'1-0.

In attesa di ricevere una chiamata o dalla B, oppure da una formazione ambiziosa di Lega Pro, l'ex allenatore della Reggina ricorda sempre volentieri quel momento di enorme gioia. In quella cadetteria della seconda metà degli anni '90, il Cosenza ha rappresentato l'acerrimo rivale degli amaranto. Questo il pensiero di Davide Dionigi, raccontato al Dispaccio nella settimana che precede il derby contro i lupi rossoblu:

Domanda seria: l'aeroplanino lo inventasti tu o Montella?
"Gli storici dicono che l'ho inventato io. Entrambi adottavamo quel tipo di esultanza, fu una novità".

E ne scaturì un coro che ha scandito i tuoi 24 gol, in quella stagione.
"Ero diventato il simbolo di quella Reggina, per il modo di esultare. La gente veniva allo stadio per aspettare il gol e quel gesto con le braccia. Spesso sono stato ricordato a Reggio per quel motivo".

Quanta gente c'era quel giorno allo stadio, per Reggina-Cosenza?
"Era il vecchio 'Granillo', sono ancora legato a quel vecchio impianto. Ci sono legato, anche se poi ho vinto un campionato di B nello stadio nuovo, ma lì sono cresciuto. Era pieno, dalle immagini che ancora ho c'erano i pali della tribuna, che a volte ostruivano la visuale durante la partita. Ci fu un calcio di rigore, e feci il gol che ci permise di vincere. Era un derby nel derby, visti anche quelli che erano stati i miei rapporti col buonanima di Franco Scoglio, ai tempi del Torino".

Cos'era successo col professore Scoglio?
"Ero molto giovane. Oggi, dico che avrà avuto le sue buone ragioni per far giocare chi vuole e quando vuole. Il comportamento di un ragazzo di 20 anni doveva essere diverso, non ci siamo trovati sotto quel punto di vista. Poi, devo dire la verità, ci siamo rincontrati a Napoli ed abbiamo avuto un ottimo rapporto. A lungo andare si ricuce tutto, e lui mi restituì con gli interessi quel che mi aveva tolto prima. Passammo 6 mesi bellissimi, avevo un'età diversa. Mi fu utile al punto da realizzare 6 o 7 gol in 4 partite consecutive. Poi è successa la disgrazia che tutti sappiamo".

Ha avuto molto coraggio a perdonarti dopo quell'esultanza.
"Il calcio vive di questo. Si sbaglia, l'importante è riconoscere i propri errori, per poi fare pace. Certe cose possono accadere, in quel caso col mister Scoglio siamo poi andati d'accordissimo a Napoli".

In quegli anni, la rivalità più forte era col Cosenza. Che ricordo conservi della felicità espressa dal pubblico?
"Quello che è successo fuori non lo so, ma allo stadio c'era parecchia euforia. Il Cosenza non attraversava un bel momento, ed il suo campionato terminò con la retrocessione. Era uno di quei derby veramente sentiti. C'era quel tifo sano che fa bene al calcio, e da parte della nostra curva ci fu una grossa esultanza. La tensione si respirava già prima del fischio d'inizio. Ricordo il sottopassaggio, che sbucava sotto la curva in cui è adesso assiepata la tifoseria organizzata. Poi, per fortuna, vincemmo noi con un mio gol".

E domenica che partita sarà, tra Reggina e Cosenza?
"Ho molta stima del tecnico del Cosenza. Con Cappellacci siamo stati compagni a Modena, ero praticamente un bambino. È una squadra che ha delle idee. Leggo che si è lamentato di qualche acquisto non portato a termine. È un allenatore che ha sempre proposto gioco, verrà a giocarsela. Dall'altra parte c'è la Reggina, che viene da queste tre sconfitte scottanti, come quella col Messina. Aveva perso anche il derby l'anno scorso col Crotone, nell'anno del centenario. Vedo e leggo di una squadra che si esprime bene, ma raccoglie meno di ciò che produce. Spero riesca a portare a casa dei punti, utili specie quando c'è in arrivo una penalizzazione".

Attorno alla squadra che clima va creato?
"Ho sentito dichiarare due o tre obiettivi, bisogna capire quale si vuole perseguire. Si va sempre negli impicci, quando si deve capire il target. Quando c'ero io e la Reggina perdeva a Sassuolo pur dominando, e creando 5 o 6 palle gol, succedeva il finimondo. Forse sono stato da esempio, ed oggi si può anche giocare bene e perdere. Si possono fare anche tre sconfitte, senza che succeda niente. Con me bastava un pareggio ed una sconfitta, pur davanti ad ottime prestazioni come quella col Sassuolo, una delle migliori gare esterne degli ultimi anni".

Tra gli obiettivi che hai sentito dichiarare, qual è l'unico raggiungibile?
"Penso che l'unico pensiero debba essere di mantenere la categoria, perché c'è una penalizzazione importante. Ho avuto la fortuna di giocare un campionato col -7 (a Taranto da allenatore, ndr), e di arrivare comunque primo. Non è facile, vedersi togliere i punti dopo che li ottieni sul campo. Sta alla bravura del mister. Amichevolmente, Foti diceva che era stata la mia fortuna aver preso i punti di handicap, perché li avevo trasformati in rabbia. Lì serve il lavoro di tecnico e società, che devono stare vicini nei momenti di difficoltà. Quest'anno sembra cambiata la tendenza: anche dopo le partite perse immeritatamente, il tecnico viene appoggiato. Gli episodi decidono spesso le gare, vedi Castellammare dove la Reggina avrebbe meritato ampiamente di vincere".

Punti di forza e punti deboli di questo organico?
"Mi piace molto il centrocampo, al di là del fatto che Rizzo sia stato schierato in difesa domenica scorsa. Lui ed Armellino con me giocavano in B, adesso stanno in Lega Pro. Con Dall'Oglio formano un centrocampo che in questa categoria non ha nessuno. Però serve che esploda un finalizzatore. Ha attaccanti che i gol li possono segnare, bisogna farli sbloccare. Dietro ha concesso qualche gol, ma vedo la Reggina abbastanza quadrata e l'errore può capitare. È necessario un realizzatore in avanti".

Nell'attesa di un goleador vero e proprio, chi può decidere il derby col Cosenza?
"Di Michele purtroppo è fuori, ma tutti mi parlano bene di Insigne. Ha avuto un exploit all'inizio, poi il difficile è continuare. Masini ha fatto tanti gol ma nella vecchia C2. Viola è alla ricerca continua di una consacrazione, che sembra stia sempre per arrivare. Io punterei su Insigne, per le poche partite che visto fin qui".