Reggina: c'erano una volta Poli e Vincioni...

Polidi Paolo Ficara - Il solletico. È l'effetto prodotto dalla Reggina sul Lecce, specie dal 28' in poi. La rete di Papini ha spento le velleità di una formazione che ha comunque provato a giocarsela, in termini di atteggiamento iniziale. La differenza di valori dei due organici è stata evidente, ma la mancata reazione è un aspetto poco tollerabile e su cui c'è da lavorare.

La scelta di rinunciare all'intervallo a Di Michele, elemento di maggiore carisma ed esperienza, non ha di certo aiutato i giovani compagni in termini di spirito. Tra l'altro, nel grigiore generale, il capitano non è stato sicuramente il peggiore del reparto avanzato. Senza nulla togliere a Louzada, che è il suo sostituto naturale nel ruolo di attaccante esterno a sinistra, è apparso strano non vedere Viola come primo cambio. Che sia una punta centrale è assodato, ma quando è subentrato a Crescenzi si è messo anche lui largo sull'altra fascia, sfornando l'unica giocata utile della ripresa con una verticalizzazione non sfruttata da Masini.

A prescindere sia dalla prestazione collettiva che dei singoli vista a Lecce, è evidente che non si può procedere ancora a lungo con gli esperimenti sugli esterni bassi. Schierare totalmente fuori ruolo un 20enne di fatto alla prima presenza in C, dopo le apparizioni in C2 col Cuneo, è sembrato un azzardo. Di certo non è stato Maimone a far perdere la Reggina, ma che Doumbia fosse un bruttissimo cliente lo si sapeva dall'inizio. Tale osservazione, sia chiaro, non è indirizzata all'allenatore che può solo lavorare col materiale a disposizione.

Nella prima metà degli anni '90, sono stati i signori Maurizio Vincioni e Maurizio Poli a vestire rispettivamente le casacche numero 2 e 3, durante le ultime annate della Reggina in Serie C. Stiamo parlando di due pilastri, uno dei quali è diventato un monumento dalle nostre parti. Gente che vinceva le partite prima di entrare in campo. Data l'impossibilità a clonarli, e se proprio non ci si vuol far stuzzicare dall'idea di vederli ancora in campo, è comunque doveroso dotare l'organico di un tocco d'esperienza, in almeno uno dei due ruoli. O bisogna arrivare a gennaio, dopo un'altra decina di esperimenti nella posizione di terzino?

Qualche giovane interessante e di ruolo la Reggina ce l'aveva già, ma sia Cordova che il mancino Porcino sono stati mandati in Serie D salvo poi ritrovarsi scoperti sulle fasce. Probabilmente sarà Ungaro il prossimo a trovare spazio, e per la corsia destra appare lui la soluzione più affidabile. Vedremo se sarà il suo turno già mercoledì prossimo, nell'infrasettimanale interna (ed in notturna) col Barletta di Marco Sesia.

Le prossime partite potranno dare una dimensione alla Reggina, dato che il campo è sempre un giudice più preciso rispetto ad addetti ai lavori e non. Mister Cozza ha parlato apertamente di obiettivo salvezza, e prima di lui era stato Masini a dichiarare la stessa cosa. Non altrettanto fece Insigne dopo la doppietta alla Casertana. Forse un po' di confusione si è ingenerata nel tifoso, specie perché chi di dovere si è ben guardato dal volare basso durante la campagna abbonamenti. Dopo l'iscrizione sul gong, in attesa di una forte penalizzazione e senza i rinforzi che lo stesso Cozza attendeva per un salto di qualità, coltivare sogni di gloria può essere controproducente.