Reggina: fumata nerissima tra la curatela e l'Urbs di Praticò

praticostoriadi Paolo Ficara - Nuovo incontro tra la curatela fallimentare della Reggina e l'Urbs, stavolta rappresentata solo dal presidente Mimmo Praticò. Nonostante la presenza del giudice Giuseppe Campagna, non è stato trovato alcun punto di intesa per quanto riguarda la cessione o l'affitto dei rami d'azienda. La sentenza fallimentare dello scorso 8 giugno, rimane così un assist non sfruttato per la società che ha preso parte all'ultimo campionato di Serie D.

A Bari, la società subentrata dopo il fallimento pilotato dei Matarrese ha scucito 4 milioni e 400 mila euro all'asta, ed oltre 1 milione per coprire il debito sportivo. In quel caso è stato rilevato l'intero parco calciatori ed è stata mantenuta la categoria. A Salerno, Lotito si è limitato a spendere 400.000 euro per restituire il marchio ai tifosi granata.

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La sentenza di un Tribunale non può essere bollata come un'anomalia. In tutte le piazze che hanno conosciuto la Serie A in tempi recenti, nel momento in cui si è dovuta subire l'onta del fallimento, i club subentranti hanno pagato per ereditare almeno un bene materiale o immateriale. Dappertutto, tranne che a Reggio Calabria, salvo pentimenti in extremis. Questa, fin qui, è la vera ed unica anomalia.

Negli ultimi giorni, qualche buontempone si sarebbe preso la briga di recapitare la sentenza di fallimento della Reggina, direttamente in Federcalcio. Il giudice Campagna aveva evitato questo tipo di comunicazione ufficiale, temendo potesse produrre la revoca dell'affiliazione.

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