"Aemilia": sequestrati beni per 35mln

guardiadifinanzaSequestri anche nella riviera romagnola, nell'ambito di un filone collegato all'inchiesta Aemilia. Li ha eseguiti la Guardia di Finanza di Rimini all'esito di un'indagine autonoma, i cui risultati sono stati condivisi dalla Dda di Bologna, con i Pm Marco Mescolini e Beatrice Ronchi. Le Fiamme gialle hanno 'messo i sigilli' a due società, 'Cu.gi.ra Sas' e 'Magu Srl', che gestivano bar e pasticcerie nel centro di Riccione. È stata accertata la riconducibilità delle società ai fratelli Michele e Francesco Bolognino, nomi emersi nell'operazione dei carabinieri contro la 'ndrangheta che a gennaio ha portato a 117 arresti, sgominando un'associazione di tipo mafioso con epicentro nel reggiano. Il sequestro è stato disposto dal tribunale di Bologna. L'indagine riminese è stata sviluppata quest'anno, con analisi e accertamenti economici, patrimoniali e reddituali, che hanno fatto seguito a precedenti attività della polizia tributaria, nei confronti dei Bolognino e di altre persone, per il reato di trasferimento fraudolento di beni. È stata così accertata la titolarità delle attività commerciali ai Bolognino e sono stati identificati prestanome, così come sono stati individuati patrimoni e disponibilità che non trovano giustificazioni lecite, sproporzionati rispetto ai redditi dichiarati.

Ammonta a oltre 35 milioni di euro il valore dei beni sequestrati questa mattina da oltre 100 carabinieri di Modena e di Reggio Emilia, che hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Michele Bolognino, Palmo e Giuseppe Vertinelli, a vario titolo indagati nell'ambito dell'operazione 'Aemilia', per associazione di tipo mafioso, fittizia intestazione di beni, impiego di denaro e proventi illeciti, riciclaggio ed altri reati aggravati dalla finalità mafiosa. I provvedimenti scaturiscono da un'articolata attività investigativa, coordinata dai Pm Marco Mescolini e Beatrice Ronchi, sviluppata in prosecuzione dell'indagine 'Aemilia', che aveva consentito di individuare e disarticolare l'organizzazione criminale di stampo 'adranghetista con epicentro a Reggio Emilia, collegata alla cosca 'Grande Aracri' di Cutro. La maxi inchiesta portò il 28 gennaio scorso all'arresto di 117 persone, su 224 indagati. La nuova operazione, condotta nelle province di Reggio Emilia, Parma, Aosta, Bologna e Crotone, ha portato al sequestro di 16 società di capitali, 9 beni immobili, 16 autoveicoli e 21 tra rapporti bancari e finanziari.

Le indagini hanno ulteriormente confermato l'ingerenza nella gestione e controllo di attività imprenditoriali, formalmente intestate a prestanome, nonché l'accumulo illecito di significativi patrimoni personali. Proprio all'esito delle indagini patrimoniali svolte nei confronti degli interessati e attraverso l'analisi della documentazione contabile sequestrata, si è evidenziata la riconducibilità agli indagati di ogni processo decisionale interno alle aziende. In sostanza, qualsiasi decisione relativa alle operazioni aziendali veniva vagliato e gestito dai reali dominus, dietro lo schermo di compiacenti prestanome. «Ciò ha consentito - ricostruiscono gli investigatori - di ricondurre ai fratelli Vertinelli e a Bolognino una serie di imprese attive nel settore dell'edilizia, quali il Consorzio Stabile Gecoval di Aosta, la S.i.c.e. s.r.l., l'Impresa Vertinelli s.r.l., l'Edilizia costruzioni generali s.r.l., queste ultime di Montecchio Emilia, la Top Service s.r.l. di Parma e la Opera s.r.l. di Crotone. Sono state inoltre trovati riscontri circa la riconducibilità agli indagati delle società (pertanto sottoposte a sequestro) Tuoch s.r.l. di Crotone, operante nel settore degli autotrasporti, la Tangenziale Nord Est s.a.s., la Mille Fiori Service s.r.l. e la Achilli & Schianchi s.n.c., tutte con sede a Montecchio Emilia e attive nel settore della ristorazione e bar. Il valore complessivo dei beni sequestrati supera i 35 milioni di euro».