Lanzetta a Lo Moro: “Su Commissione Antimafia ho fatto solo delle valutazioni, no alla censura”

"Non sono "vittoriosa" di nulla, perché oggi come oggi siamo tutti sconfitti e soprattutto la Calabria e i calabresi". Lo afferma Maria Carmela Lanzetta che interviene dopo quanto dichiarato dalla senatrice del Pd, Doris Lo Moro ("Mi sfugge quale possa essere l'obiettivo di un ex ministro che definisce passerelle le presenze della Commissione sul territorio. La Lanzetta che si sente vincente per quanto accaduto, voglio fare sapere che, io che sono estranea alle vicende della Giunta regionale, invece mi sento, come gran parte dei cittadini calabresi, sconfitta anche se mai rassegnata). "In tempi non sospetti (vedi intervista Repubblica del 10 novembre 2014) – aggiunge l'ex ministro – ho fatto le mie valutazioni (così come molti altri autorevoli rappresentanti della vita politica e sociale italiana: per iniziare a capirlo basterebbero quelle riguardanti il caso "impresentabili") sulla funzione-oggi- della Commissione Antimafia, a più di cinquant'anni dalla sua istituzione. Le ho pure comunicate – appena eletta – ad alcuni autorevoli membri della Direzione Nazionale, specificando che, a mio parere, per dare più forza e attualizzazione alla stessa Commissione (indipendentemente dai suoi componenti , a cominciare dal suo Presidente, che seguono e applicano la Legge ) si poteva – e si potrebbe – pensare di istituire una sezione dialogante e costante con la Società Civile in tutti i suoi risvolti, per far meglio comprendere, soprattutto ai giovani, quello che le Mafie sono state sono e potranno essere in termini di minaccia e condizionamento del nostro vivere civile, come tutti sappiamo.

Probabilmente la definizione di "passerelle" ha urtato la suscettibilità di qualcuno (evito di riportare, per rispetto, le definizioni date alla Commissione durante il caso "impresentabili") e per questo chiedo scusa come ho sempre fatto perché ho il coraggio delle mie azioni che ho sempre svolto e svolgerò a testa alta, com'è stato quando ho rifiutato di entrare nella Giunta Regionale. In quell'occasione ho ricevuto un concerto di insulti feroci e alcuni anche volgari, per le quali non ho però avuto modo di leggere nessuno "sconcerto".

Ma io non mi rassegno a vedere la politica scambiata per un campo di battaglia di insinuazioni e quant'altro. Insulti che, comunque, servono anche a dimostrare i bassi livelli raggiunti dal confronto politico. Se dopo queste vicende regionali molto tristi riuscissimo a trovare tutti un modus vivendi del confronto politico anche aspro, ma rispettoso della dignità delle Persone, potremmo dimostrare che la Politica ha ancora una funzione importante nella vita di una Nazione, nel momento in cui diventa un mezzo per il raggiungimento di fini virtuosi al servizio dei cittadini e del proprio Paese. Ben venga il confronto – conclude Lanzetta – ma non la censura".