Conversione centrale del Mercure, Realacci (Pd): "Attenzione a criticità"

"Il progetto di conversione della vecchia centrale termoelettrica del Mercure a biomasse continua a presentare non poche criticità, prima tra tutte la effettiva capacità di alimentare con le biomasse locali un impianto ritenuto da più parti sovradimensionato". Lo afferma Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, depositando una interrogazione sulla centrale Enel del Mercure. Di sicuro, infatti, aggiunge Realacci, "alla centrale non basta la quantità di legno che può arrivare dal taglio legale legato alla manutenzione del Parco Nazionale del Pollino, quantità limitata per ovvi motivi di tutela ambientale. Problematico anche l'approvvigionamento dai territori limitrofi, sui quali sono già presenti altre centrali a biomasse. Proprio per fare luce su preoccupazioni e criticità segnalate da associazioni ed enti locali e per promuovere una puntuale valutazione della compatibilità finanziaria e della sostenibilità ambientale del progetto, anche tenuto conto dell'extra capacità del mercato elettrico nazionale, ho presentato una interrogazione ai ministri dello Sviluppo Economico e dell'Ambiente. Come si apprende da diverse agenzie di stampa - prosegue Realacci - in ottobre è stato firmato l'accordo di compensazione ambientale per la Centrale del Mercure tra l'Enel, le Regioni Calabria e Basilicata, l'Ente Parco del Pollino, Cgil, Cisl e Uil di Basilicata e Calabria ed i Comuni coinvolti dal progetto. Tuttavia, secondo Legambiente Calabria, le ipotesi di prelievo di biomassa vergine dai boschi calabresi per alimentare la centrale del Mercure, sono in contraddizione con le Prescrizioni di massima di polizia forestale (Pmpf) approvate nel 2013, secondo le quali in mancanza di un Piano forestale regionale i boschi pubblici possono essere sottoposti al taglio una sola volta in un anno solare".