Cafiero De Raho: "Interfaccia delle mafie sono aree invisibili"

CafieroDeRahoil dispaccio22aprile"L'interfaccia delle organizzazioni mafiose sono spesso aree occulte, nascoste in settori economici e professionali, i cosiddetti riservati o invisibili. Su questo, a Reggio, abbiamo avviato indagini partendo da più elementi dispersi in tanti precedenti rivoli investigativi. Credo che questo debba essere un altro compito della Procura nazionale: recuperare spunti e input di più indagini territoriali, per concentrarsi su filoni investigativi correlati tra più uffici". È uno dei propositi di Federico Cafiero de Raho, procuratore di Reggio Calabria che si prepara per la guida della Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, illustrati in un'intervista al Mattino. "Sono dell'idea che la Procura nazionale antimafia debba diventare sempre più struttura di servizio e coordinamento per gli uffici giudiziari di tutt'Italia", afferma. La Procura, aggiunge, deve "indicare nuovi quadri investigativi, fare da riferimento di informazioni e dati coordinati per le 26 strutture distrettuali che, sul territorio, sono impegnate al contrasto delle mafie nazionali e straniere, oltre che nelle indagini sul terrorismo". De Raho vuole continuare il lavoro di Roberti, "anche in materia di terrorismo, in un'ottica di sempre maggiore cooperazione internazionale". "Abbiamo normative avanzate di contrasto alle mafie. Siamo all'avanguardia anche sulla prevenzione. Per fare un esempio, a Reggio Calabria dal primo luglio 2016 al 30 giugno 2017 abbiamo sequestrato qualcosa come un miliardo e 100 milioni di beni. Su questa scia, anche altri Paesi, come Francia, Gran Bretagna e Germania, stanno comprendendo che i sequestri preventivi, anche senza una sentenza, siano strumento valido. Non sulla base di un semplice sospetto, ma attraverso un quadro indiziario molto forte".

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