Grandi Opere, assegnazione lavori diventa tangente. E “il cemento sembrava colla…”

operazioneamalgamaFra le varie intercettazioni telefoniche effettuate nell'ambito dell'indagine "Amalgama", uno degli indagati parla a un certo punto di 'cemento che sembra colla'". Lo ha detto il procuratore aggiunto di Roma, Paolo Ielo, illustrando alla stampa l'operazione che riguarda presunti fenomeni corruttivi nell'ambito della realizzazione di tre grandi opere pubbliche: la Tav Milano-Genova, il sesto macrolotto dell'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria e People Mover di Pisa. Ielo ha sottolineato che "l'indagine si e' sostanzialmente svolta attraverso intercettazioni telefoniche".

In particolare "In questo sistema è emersa la trasformazione della tangente che passa dal denaro all'assegnazione di lavori" ha spiegato il procuratore aggiunto di Roma Paolo Ielo.

Lo stesso ha assicurato che: "I lavori delle tre grandi opere oggetto dell'indagine sono quasi tutti finiti e, per quelli che rimangono, non e' stato posto alcun blocco".

"Ci troviamo in presenza di una corruzione triangolare, perché si registra la scissione tra chi compie l'atto e il soggetto che beneficia dei soldi, che non vengono direttamente consegnati al pubblico ufficiale ma orientati a società terze riconducibili al pubblico ufficiale", ha aggiunto. "Intorno alla realizzazione di grandi opere si è creata un'organizzazione stabile composta da professionisti, tecnici e imprenditori che si sono accordati per scambio di utilità ai danni dei contribuenti", ha detto il procuratore aggiunto di Roma Michele Prestipino.

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L'indagine, che ha portato per 11 indagati alla custodia cautelare in carcere, per 9 alla detenzione domiciliare e per uno soltanto all'obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria, e' stata avviata a febbraio 2015, e ricostruisce quindi le condotte illecite del gruppo.

Una organizzazione stabile, composta da una serie di soggetti professionisti e imprenditori i quali si sono accordati per un reciproco scambio di utilità.

In particolare, il direttore dei lavori, Giampiero De Michelis, e un suo socio, l'imprenditore calabrese Domenico Gallo, sarebbero riusciti a ottenere contratti, fra consulenze, commesse e forniture, per un importo complessivo di oltre 5 milioni di euro da parte delle ditte esecutrici delle grandi opere in questione.

Michele Longo ed Ettore Pagani, presidente e vicepresidente di Cociv, l'ingegnere Giampaolo De Michelis e l'imprenditore Domenico Gallo sono, secondo gli inquirenti, le quattro persone che legano le inchieste di Roma e Genova sulla presunta corruzione negli appalti per le grandi opere. In particolare, secondo quanto emerso dall'inchiesta, De Michelis e Gallo volevano mettere in piedi lo stesso sistema adottato per i lavori di realizzazione dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria. Per gli inquirenti, i due avrebbero intimidito anche con metodo mafioso gli imprenditori per fare acquistare loro gli inerti dalle ditte da loro indicate.