Giovani Ance Calabria: "Questione Meridionale ancora aperta, puntare su infrastrutture"

"L'Italia procede a rilento, ormai da troppo tempo. È un tema di portata generale che investe il nostro modo di sentirci cittadini e la nostra capacità di contribuire dal basso alla crescita del sistema Paese. Se l'edilizia è bloccata, l'Italia, soprattutto al Sud, non ce la fa. E se non ce la fa il Sud, non ce la fa l'Italia". E' quanto affermato dal presidente dei Giovani Ance Calabria, Antonino Foti, nel corso del suo intervento in occasione del IV convegno Giovani Ance Mezzogiorno andato in scena a Senigallia. L'evento ha posto al centro il tema del rilancio del settore delle costruzioni accendendo un focus, in particolare, sulle nuove sfide dello sviluppo infrastrutturale, dei servizi e delle reti di comunicazione strettamente connesse ai nuovi scenari aperti dalle città metropolitane.
"La questione meridionale è ancora attuale e aperta – ha proseguito Foti – e bene ha fatto la nostra associazione a focalizzare l'attenzione su argomenti attuali, di visione e di grande prospettiva. Paradossalmente, in un momento storico in cui il Nord sembra aver esaurito spinta propulsiva e freschezza di idee, è dal Sud che l'Italia può trarre le energie per uscire dalla crisi e per tornare a crescere su ritmi in linea con i Paesi che oggi sono battistrada in Europa. Di fronte a tutto questo – ha evidenziato il presidente dei giovani costruttori calabresi - noi imprenditori dell'edilizia registriamo nel Mezzogiorno una situazione drammatica. In Calabria, in particolare, il comparto è ormai esangue. Gli otto anni di crisi hanno generato un'emorragia di decine di migliaia di posti di lavoro. Numerosi sono stati gli imprenditori costretti a gettare la spugna e a portare i libri in tribunale. E chi ha resistito, lo ha dovuto fare al prezzo di una drastica riduzione del volume d'affari. Anche con la pubblica amministrazione è diventato ogni giorno più difficile. Il debito pubblico galoppante, che affonda le radici nelle politiche di indebitamento dissennato avviate negli anni Ottanta, ha prosciugato le spese per investimenti. Eppure, Dio solo sa quanto bisogno di infrastrutture ci sia nel Mezzogiorno. Basti pensare alle tragiche immagini arrivate dalla Puglia appena qualche giorno fa, per una ferrovia ancora a un solo binario, per rendersene conto".

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Il presidente dei Giovani di Ance Calabria ha poi parlato del nuovo Codice degli Appalti, "dalla cui applicazione e ancora derivano problemi e incertezze, come dimostrano i dati del Cresme laddove emerge una frenata delle gare. Il nostro auspicio è che le stazioni appaltanti entrino a regime nel più breve tempo possibile, altrimenti potremmo andare incontro a nuove e pesantissime conseguenze".
Sul fronte della rigenerazione urbana, inoltre, Foti ha ribadito che "ancora c'è moto da fare, specie in relazione alle nuove città metropolitane. Tutto passa dalla consapevolezza che oggi il ruolo dell'edilizia si deve trasformare. Oggi gli imprenditori edili non devono costruire città più grandi. Devono costruire città migliori. Più vivibili e più efficienti, riqualificando e rigenerando gli spazi urbani".
Le risorse ci sono, ha spiegato il presidente dei giovani imprenditori edili, "si pensi alla grande partita dei fondi strutturali. La programmazione comunitaria e nazionale prevede somme ingentissime per mettere in sicurezza il territorio, per migliorarlo, per abbellirlo. Solo nella mia regione, la Calabria, il nuovo POR prevede risorse per oltre 2,3 miliardi di euro. E c'è poi la partita dei Patti per la Calabria e per la Città metropolitana di Reggio, altre importanti risorse che sono immediatamente spendibili. Sono nelle mani delle classi politiche locali – ha concluso Foti - che devono dimostrare lungimiranza e intelligenza. Noi giovani costruttori non vogliamo solo lavoro per le nostre aziende, vogliamo sentirci protagonisti di un progetto complessivo di riqualificazione delle città ed essere parte integrante della classe dirigente del nostro territorio".